Refrontolo nel Novecento: il paese raccontato dai suoi personaggi

La copertina del volume di Giuseppe Perin

Per chi vuole conoscere Refrontolo andando oltre le date e le cronache ufficiali, c’è un volume che somiglia a una lunga passeggiata tra volti, famiglie e vicende quotidiane. Si intitola “Storie e personaggi del Novecento” ed è l’ultima opera di Giuseppe Perin, appassionato e rigoroso storico locale. Nato per celebrare il 60esimo della Pro Loco di Refrontolo, il libro è stato stampato proprio dalla Pro Loco, in collaborazione con il Comune, e ricostruisce le tappe della storia del paese dalla fine dell’Ottocento fino oltre la metà del secolo scorso.

Perin è uno dei figli della dottoressa Valburga Posarelli, medico molto conosciuto in paese e prima donna a esercitare questa professione a Refrontolo, in anni in cui non era affatto scontato vedere una dottoressa girare per le case dei pazienti. Il volume è dedicato alla memoria del fratello Franco (1940-2020), «tra i fondatori della Pro Loco di Refrontolo e primo segretario, nell’autunno del 1962», figura centrale per la vita associativa del paese.

La ricostruzione storica di Perin poggia su una paziente ricerca tra archivi, registri parrocchiali, testimonianze degli anziani e ricordi personali. «Ho sempre avuto la passione per le storie e una certa predisposizione ad ascoltare» racconta l’autore. In un tempo in cui la televisione non c’era ancora, la curiosità era alimentata dal desiderio di sentire racconti, di condividere vicende e aneddoti. Rivedendo foto d’epoca e chiedendo aiuto alla gente, Perin ha potuto rimettere insieme tanti frammenti, fino a costruire una vera e propria galleria di personaggi che restituiscono il vissuto di Refrontolo lungo tutto il Novecento.

Alcune delle foto contenute nel volume

Il legame dell’autore con il paese è profondo: «Sono nato qui e ho vissuto qui», ricorda. Conosce famiglie e storie anche grazie al lavoro della madre, che spesso lo portava con sé durante le visite. In un’epoca in cui il malato non poteva contare sulla compagnia di radio e televisione, l’arrivo del medico – e del bambino che lo accompagnava – diventava un momento di distrazione e di attesa, un piccolo segnale di vita che alimentava il desiderio di raccontare. «Vivendo con il paese, vivevi le cose: c’era l’esigenza di raccontare» sintetizza Perin.

Nel volume si susseguono così le storie di famiglie e figure che hanno segnato la comunità. Si parte dalla famiglia Piol, che nel 1862 acquistò la licenza per la rivendita di tabacchi, alimentari, panificio e osteria, locale citato anche nel romanzo “Il disertore” dello scrittore ungherese Lajos Zilahy, pubblicato in Italia nel 1932. Si incontrano poi le vicende della numerosa famiglia di Giambattista Della Colletta, detto Capraro, e l’emigrazione, tra America ed Europa, di Giuseppe Costante Liessi, consigliere comunale e rappresentante dei Coltivatori Diretti.

Un altro capitolo è dedicato a Giuseppe (Nando) Liessi, amico dello scrittore e giornalista Piero Jahier. Il figlio primogenito, Guido, divenne sergente pilota a 19 anni e perse la vita nei cieli del Mediterraneo, mentre l’altro figlio, Renzo, fu sindaco di Refrontolo dal 1960 al 1975. Tra le figure di spicco compare anche Nicolò Spada (1867-1929), proprietario dell’omonima villa che ha fatto da sfondo al romanzo “Non tutti i bastardi sono di Vienna” di Andrea Molesini. Spada fu anche sindaco del paese e durante il suo mandato venne realizzato un acquedotto che, partendo da Tarzo – da un terreno sopra il Molinetto della Croda – portava l’acqua fino al centro di Refrontolo, percorrendo circa due chilometri. Nello stesso periodo furono costruite la nuova strada, l’attuale provinciale che collega Pieve di Soligo a Refrontolo, e il primo ponte in pietra sul Lierza. Interventi importanti, che gli valsero anche critiche: alcuni avversari politici sostenevano che l’acquedotto fosse utile solo agli abitanti del centro, penalizzando le frazioni, come si legge in un volantino elettorale in dialetto riportato nel libro.

La Refrontolo del Novecento raccontata da Perin è anche una piccola patria di artisti e professionisti. Non mancano le pagine dedicate alla pittrice Emma Ciardi, proprietaria di una villa con studio artistico in paese, e alle famiglie Pasinetti, con il celebre regista, e Protti, legata alla figura di un medico-pittore. Ampio spazio è dato alla Grande depressione del 1929, vista attraverso gli occhi di personaggi come Bortolo Bottega e di famiglie che, da proprietarie terriere, furono costrette a diventare mezzadre per gli effetti della crisi economica americana.

Nel libro trovano posto anche le storie delle famiglie De Luca, con i rami dei “Both” e dei “Sech”, entrambe protagoniste di vicende di emigrazione in America. Viene ricordato il ragioniere Giuseppe Meneghetti, fondatore nel 1956 del Gruppo Alpini di Refrontolo e suo storico presidente per dieci anni, insieme alla sorella Regina, unica donna del paese a conseguire il diploma di quinta elementare ai primi del Novecento, ufficiale di posta e per molti anni unica donna nel consiglio comunale, con incarichi di assessore e vicesindaco.

Tra le pagine scorrono anche i volti degli insegnanti – come la professoressa Tecla Paris – e quelli di cappellani e sacerdoti di Refrontolo, tra cui don Ferruccio De Pizzol, don Paolo Casagrande e don Fiorentino Tomasella. Quest’ultimo fu promotore di molte iniziative: creò il primo campo sportivo per i ragazzi dietro la chiesa parrocchiale, allestì per la prima volta il presepe natalizio in chiesa nel 1962, fece acquistare alla parrocchia un pulmino per accompagnare gli studenti alle scuole medie di Pieve di Soligo e trasformò il vecchio teatro in una sala cinematografica con due proiezioni domenicali, una per i bambini nel pomeriggio e una per gli adulti la sera.

La storia recente della comunità passa anche per la nascita della Pro Loco di Refrontolo. Nel volume è ricordato Giovanni Grossa, primo presidente, nominato dopo che, a fine 1962, la Camera di Commercio di Treviso invitò i sindaci della provincia a costituire una o più Pro Loco nei rispettivi Comuni. Le pagine finali ripercorrono inoltre la vicenda di Laura Bottega e della sua numerosa famiglia, la vita di suor Maria Ester, impegnata con grande dedizione religiosa e umanitaria in America Latina, quella del fratello padre Eletto Bottega e di Maggiorino De Lozzo, ex sergente maggiore degli Alpini e storico impiegato comunale.

Storie e personaggi del Novecento” è, in definitiva, un libro pensato per non dimenticare la comunità di Refrontolo com’era e per offrire spunti utili al presente e al futuro. Chi sfoglia queste pagine ritrova nel volto dei personaggi il riflesso di un paese intero, con le sue difficoltà, le sue ripartenze, le sue piccole grandi conquiste.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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