Appena superi l’uscita Vittorio Veneto Nord dell’autostrada e ti infili tra i crinali della Val Lapisina, trovi un itinerario che sembra più lontano di quanto dica la mappa. È un giro completo e molto “da locali”: parte da Forcal, sale alla Madonnina nella roccia, passa per Croda Rossa e poi chiude alle sorgenti del Meschio, con un finale fresco e sorprendente.


Il punto d’avvio è proprio Forcal, oggi poche case raccolte, ma con una storia che spiega bene la geografia della valle. Un tempo qui c’era un lago, scomparso nel 1521 dopo una frana caduta dal Monte Cor. A ricordarlo resta la Croda di Forcal, un grande masso che fa da memoria materiale di quell’evento e, di fatto, segna l’inizio della passeggiata.


Dai primi metri si sale lungo la strada principale, in genere poco trafficata, finché si arriva a una curva con uno spiazzo in ghiaia. È lì che si cambia passo: il percorso devia su un sentiero che entra nel bosco e prende quota in modo deciso. La salita è abbastanza impegnativa, alterna tratti all’ombra dei faggi e punti più aperti, ma il dislivello si smaltisce in tempi relativamente brevi e si sbuca su una strada forestale.


A questo punto basta seguire la traccia verso destra per raggiungere in poco la Madonnina nella roccia, una piccola icona incastonata nella parete. È uno di quei posti dove ci si ferma senza che nessuno lo dica: per riprendere fiato, per guardare meglio, o semplicemente per rispetto di una devozione popolare rimasta viva. Proseguendo lungo la forestale si arriva al borgo di Croda Rossa, affacciato sulla vallata, e da lì si rientra verso Forcal seguendo la strada principale, che regala vedute ampie sulla Val Lapisina e sulle sue pendenze. Anche se l’autostrada è vicina, tra vento e canto degli uccelli il rumore si attenua più di quanto ti aspetteresti.
Una volta tornato a Forcal, però, il giro non è finito. Si continua lungo via Forcal e poi su via del Gambero, seguendo le indicazioni per le sorgenti del Meschio. La valle si stringe, il suono dell’acqua cresce, e all’improvviso arrivi alla conca dove il fiume nasce: un’acqua chiarissima, con un colore che spicca nel verde del bosco e sorprende anche chi è abituato a camminare da queste parti. In pochi chilometri ti porti a casa storia, natura e un tocco di sacro, tutto a un soffio dalla città ma con la sensazione di essere altrove.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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