Nel Castello di San Martino torna a splendere la Sala comitale degli Stemmi

La Sala comitale degli Stemmi

Se sali verso San Martino e ti avvicini al castello vescovile di Vittorio Veneto, capisci subito perché certi spazi non sono solo “belli”: sono pagine da leggere. Proprio qui, una delle sale più rappresentative ha ritrovato di recente il suo volto originario. È la Sala comitale degli Stemmi, un ambiente di valore storico e artistico che, dopo un intervento accurato, è tornato a raccontare con maggiore chiarezza la storia della Chiesa di San Tiziano e del suo territorio. I colori sono più nitidi, i particolari si leggono meglio, e la sala riprende quella funzione di “memoria dipinta” che il tempo aveva appannato.

Intervista al vescovo Corrado Pizziolo (video: Beatrice Zabotti)

L’inaugurazione del salone restaurato si è svolta alla presenza del vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo. Nel suo intervento ha richiamato il legame stretto tra questo ambiente e l’identità della diocesi. Qui le pareti, ornate dagli stemmi dei vescovi e di altri personaggi passati dal castello, non sono semplice decorazione: funzionano come un registro araldico che accompagna lo sguardo lungo i secoli, e ti fa capire quante stratificazioni abbia la storia locale quando la osservi da vicino.

Intervista a don Mirco Miotto (video: Beatrice Zabotti)

Durante la presentazione, il professor Albino Falsarella ha proposto un confronto che aiuta a inquadrare lo stile della sala in un respiro più ampio, accostandolo alla Loggetta del cardinal Bibbiena in Vaticano e attirando l’attenzione sulle decorazioni a grottesche della volta. È un riferimento utile, perché spiega come anche in questo angolo di Marca, tra Cinquecento e Seicento, sia arrivata la lezione dei grandi cicli pittorici ispirati alla Domus Aurea: motivi vegetali, figure fantastiche e piccole scene mitologiche che si intrecciano e tengono insieme ritmo e leggerezza.

Il Vescovo Corrado Pizziolo

A spiegare nel dettaglio il lavoro svolto è stato Andrea Sossai della ditta Diemmeci, che ha curato l’intervento. Negli ultimi quattro mesi il cantiere si è concentrato sul risanamento delle murature, segnate da problemi di umidità e di tenuta, e sul recupero della volta e delle grottesche. È stato un restauro fatto di pazienza: rimozione di vecchie stuccature non idonee, consolidamento degli intonaci, recupero di cromie che col tempo si erano spente.

La professoressa Paola Brunello

Oggi, entrando nella Sala comitale degli Stemmi, torna evidente l’unità dell’insieme. Si segue la fascia continua delle armi vescovili lungo le pareti, si alza lo sguardo sulla volta decorata, e poi ci si lascia prendere dalla luce che entra dalle finestre affacciate sul paesaggio di San Martino. È uno degli ambienti più significativi del castello, a metà tra funzione rappresentativa e memoria araldica, e si presta anche a ospitare incontri, conferenze e momenti di conoscenza del patrimonio diocesano.

Gli Stemmi del Castello di San Martino

Questo restauro è un tassello importante nella valorizzazione del castello vescovile di San Martino. Dopo anni in cui criticità strutturali ne offuscavano la bellezza, la sala torna a essere una tappa centrale del percorso, il posto giusto per fermarsi e leggere, stemma dopo stemma, la storia religiosa e civile che ha attraversato Vittorio Veneto.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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