La tensione per l’escalation di tentativi di furto a San Vito di Altivole ha raggiunto il culmine la scorsa settimana con un episodio che ha mobilitato i residenti in una vera e propria caccia ai malviventi.
L’allarme, scattato tramite un gruppo WhatsApp di sicurezza con più di 500 membri creato ad hoc, ha innescato una reazione senza precedenti: una nutrita pattuglia di residenti si è precipitata sul posto, armata di bastoni, chiavi inglesi e pale nel tentativo di intercettare i fuggitivi. Un’azione collettiva che ha visto, nella sua fase più acuta, più di 70 cittadini impegnarsi attivamente. Risultato? I ladri sono stati costretti a una precipitosa fuga attraverso la finestra scardinata, ma sono riusciti a dileguarsi nel caos.
Questo alto livello di mobilitazione e autodifesa è stato il motivo principale che ha spinto il sindaco Dorino Zilio a convocare ieri sera nella Sala parrocchiale di San Vito un partecipato incontro pubblico di sicurezza con i vertici dell’Arma. Erano presenti il Capitano Malaspina, Comandante della Compagnia Carabinieri di Castelfranco Veneto, e il Maresciallo Rossi, Vice Comandante della Stazione di Riese Pio X.
Di fronte a un’assemblea visibilmente esasperata, il Capitano Malaspina ha subito chiarito le regole d’ingaggio, contrapponendo l’azione spontanea e rischiosa dei cittadini all’unica via legalmente riconosciuta: il Controllo del Vicinato (CdV).
“Il compito di chi aderisce al Controllo del vicinato è osservare e riferire, non intervenire” ha spiegato il Capitano, ribadendo che il CdV è un istituto previsto per legge e formalizzato tramite un accordo con la Prefettura. Il cittadino è chiamato a essere una “vedetta” delle Forze dell’Ordine, segnalando cose semplici e sospette, come un’auto mai vista, al coordinatore attraverso un canale comunicativo riconosciuto: quest’ultimo farà poi da filtro verso la Caserma.


L’invito più pressante è stato quello di non sostituirsi all’Arma e chiamare immediatamente il 112 in caso di pericolo: servizio che garantisce un tempo medio di intervento di circa 10 minuti.
Il Capitano Malaspina ha dedicato ampio spazio alla difesa personale, ribadendo un concetto che per molti cittadini è difficile da accettare: l’intervento personale è pericoloso e illegale.
“Per ciò che la mia esperienza professionale afferma, posso garantirvi che tutti i cittadini che sono riusciti ad arrivare a contatto con un delinquente hanno sempre avuto la peggio” ha puntualizzato il Capitano, avvertendo che i ladri sono spesso professionisti che “non hanno nulla da perdere”, al contrario dell’onesto cittadino. L’intervento diretto rischia, peraltro, di far commettere reati come la violenza privata, anche in buona fede.


Sul tema della legittima difesa, ha chiarito: la difesa deve essere proporzionata all’offesa e la vita umana prevale sul bene della proprietà. “Se sto cercando di sventare un furto, non posso certo uccidere il ladro”. Il consiglio pragmatico è forse quello più difficile da accettare: “accontentarsi di veder scappare il ladro”, tutelando in primo luogo la propria incolumità e lasciando le azioni repressive a chi è addestrato a compierle.
Come prevedibile, il contrasto tra la complessità delle procedure previste dall’ordinamento e la reazione emotiva di una comunità che ha vissuto un forte shock, ha portato il dibattito ad infiammarsi.
Alcuni cittadini hanno espresso senza filtri la propria sfiducia. “Noi continueremo così, senza chiamare il 112 da adesso in poi” ha chiosato un ragazzo, generando una reazione non unanime tra il pubblico: borbottii ed applausi sembravano quasi annullarsi a vicenda tra gli astanti.


Il sindaco Zilio ha cercato di riportare il duro confronto a una dimensione costruttiva spostando la discussione sulla pericolosità: ha citato il recente caso di Cornuda, dove un cittadino è stato accoltellato con tre fendenti reagendo a un furto. L’avvertimento è chiaro: i malviventi sono “pronti a tutto” e potrebbero usare anche armi rubate in altre abitazioni, rendendo l’autodifesa fisica un azzardo mortale.


Per dare un sostegno concreto, il Maresciallo Rossi ha elencato una serie di misure di prevenzione, ribadendo che non si può azzerare il rischio ma lo si può minimizzare:
- Allarmi, telecamere e qualsiasi cosa produca un suono (compreso un cane).
- Chiudere sempre tutto a chiave nella fascia oraria critica tra le 17:00 e le 21:00, quando il buio e il rientro ritardato dal lavoro facilitano l’azione dei ladri professionisti.
- Utilizzare una cassaforte a muro per i valori e non nasconderli in luoghi comuni (i ladri conoscono tutti i nascondigli).
- È stato fortemente caldeggiato il collegamento gratuito dell’allarme domestico al 112 (tramite modulo in caserma), un servizio pubblico che permette alla pattuglia di intervenire immediatamente senza bisogno di chiamate da parte del proprietario.
In chiusura, il Capitano Malaspina ha ribadito l’invito ad aderire al Controllo del Vicinato istituzionale, che è l’unico modo per fare rete, garantendo la copertura di legge e un canale diretto con i Carabinieri, evitando le derive e i rischi dei gruppi spontanei non regolamentati.


L’incontro si è concluso con l’impegno istituzionale a incanalare la voglia di sicurezza dei cittadini nei binari della legalità. Il sindaco ha distribuito i moduli per l’adesione al Controllo del Vicinato, andati a ruba in pochi minuti, ribadendo che solo l’istituzionalizzazione del gruppo può garantire la tutela legale e il contatto privilegiato con l’Arma.
A breve verranno organizzate ulteriori riunioni per definire l’organizzazione pratica di questa sorveglianza comunitaria nei canali previsti dalla legge. L’obiettivo è quello di potenziare la sicurezza non attraverso la rabbia e l’azione individuale, ma attraverso la collaborazione mirata e la massima tutela dei residenti.
(Autore: Francesco Bruni)
(Foto: Francesco Bruni)
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