L’intuizione che ha salvato Anna Elizabeth, caduta nel burrone. “Grazie, mi avete strappata alla morte”

Una storia a lieto fine resa possibile anche grazie alle intuizioni dei Vigili del Fuoco, che hanno saputo coniugare anni di addestramento con la prontezza e la sensibilità umana. Un connubio che ha permesso di salvare la vita ad Anna Elizabeth McCain, 36 anni, precipitata nei giorni scorsi in un burrone mentre percorreva a piedi un sentiero nelle zone di Cison di Valmarino, dopo aver visto su Maps un punto panoramico che aveva deciso di raggiungere correndo.

Proprio la sua ricerca in internet, unita al fatto di non aver spento né protetto con password il proprio MacBook, ha consentito ai Vigili del Fuoco, entrati nel suo alloggio assieme ai Carabinieri, di individuare una serie di posizioni dove la ragazza poteva trovarsi.

La giovane, arrivata nel Trevigiano per insegnare a un corso di cucina, quella mattina era uscita dal B&B dove alloggiava. Non vedendola rientrare, gli altri ospiti americani avevano lanciato l’allarme. Alle 19 è scattata la segnalazione ai Carabinieri, che hanno attivato i Vigili del Fuoco di Treviso e il Soccorso Alpino.

Le ricerche si sono protratte per tutta la notte, tra pioggia battente, vento forte e terreno fangoso. “Le prime battute non avevano dato risultati – spiegano i Vigili del Fuoco – finché un’intuizione si è rivelata decisiva: verificare se il computer della ragazza, rimasto acceso nella stanza, fosse sincronizzato con il suo account Google”.

Alle operazioni hanno partecipato, oltre al personale della sala operativa del comando provinciale di Treviso, Alessandro Caldato e Matteo Marchiori (esperti Tas, specializzati nella mappatura delle ricerche), Alessandro Marsura (esperto di sala operativa), Paolo Marchesoni (capo distaccamento di Vittorio Veneto), Marika Tamasi e altri colleghi vittoriesi. Ai soccorsi hanno partecipato anche i Carabinieri e il personale del Soccorso alpino. 

A mezzanotte e mezza, dopo ore di perlustrazione e una lunga camminata fino alla zona indicata dal computer, una squadra del Soccorso Alpino ha udito la voce della ragazza rispondere ai richiami. Era viva, distesa a circa 200 metri di dislivello più in basso rispetto al sentiero principale, dopo essere ruzzolata fino a quel punto evitando miracolosamente alberi, rocce e arbusti.

“Ho provato a salire verso un punto panoramico, poi sono scivolata e non ricordo più nulla”, ha raccontato la turista americana a Marika Tamasi. Stanca, infreddolita ma lucida, Elizabeth si è confidata con i soccorritori, parlando anche delle proprie paure: a causa del trauma alla gamba, temeva di non poter più continuare il lavoro di sommelier.

Al momento del recupero con l’elicottero militare – necessario per la zona altamente impervia – un’ulteriore difficoltà: la donna soffriva di claustrofobia. Anche in quell’occasione, Tamasi l’ha incoraggiata fino alla salita, imbarellata e immobilizzata, sul velivolo.

“Era cosciente, lucida ma molto infreddolita – ha raccontato Tamasi –. Aveva un trauma cranico-facciale, una frattura alla gamba e un principio di ipotermia. Quando le ho chiesto quanto dolore sentisse, mi ha risposto ‘nove su dieci’. Nonostante tutto, non ha mai perso la calma. Era coraggiosa, collaborativa e determinata a resistere”.

Durante i minuti di attesa per l’elicottero dell’Esercito, arrivato all’alba, la ragazza ha continuato a parlare con i soccorritori. “Era terrorizzata dalla claustrofobia – ha ricordato Tamasi – ma l’ho rassicurata: le ho detto di fare un respiro profondo e di pensare che finalmente stava andando in un posto sicuro e caldo. Mi ha stretto la mano e mi ha ringraziato più volte. È stato un momento molto umano, difficile da dimenticare”.

“È stata una catena perfetta – hanno sottolineato i Vigili del Fuoco –: dal coordinamento con i Carabinieri e il Soccorso Alpino, all’attivazione del Piano provinciale per le persone scomparse, fino all’intuizione sul collegamento tra pc e telefono. Un dettaglio che ha salvato la vita alla ragazza. Senza quell’informazione, le ricerche sarebbero durate ore e il finale sarebbe stato diverso”.

Oggi Anna Elizabeth McCain è ricoverata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, fuori pericolo di vita, con diversi traumi ma in condizioni stabili. “Questa vicenda ci ricorda quanto sia importante lavorare insieme, unire competenze diverse e non arrendersi mai – concludono i Vigili del Fuoco –. È la prova concreta di come intuizione, esperienza e spirito di squadra possano trasformare una notte di paura in una storia di speranza”.

E la chiusura, la più bella, è arrivata proprio dalla protagonista, prima di salire sull’elicottero che l’ha portata in salvo: “Vi ringrazio. Mi avete salvato la vita. Verrò a trovarvi “.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto)
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