Cison di Valmarino custodisce gelosamente un tesoro fatto di acqua, pietra e memoria: le Vie dell’Acqua e dei Mulini, un itinerario che invita a percorrere la valle del torrente Rujo per riscoprire la vitalità di un passato artigianale che ancora pulsa sotto la quiete naturale. Qui non si tratta solo di camminare: si tratta di sentire il ronzio del mulino, vedere il fiotto che spinge le ruote, ascoltare il ricordo delle cascate.
Partendo dalla piazza Roma, cuore del paese, si imbocca un percorso che sale fra antichi edifici, resti di attività dimenticate, lavatoi, fontane e abbeveratoi che un tempo scandivano le giornate della comunità. Il torrente Rujo corre accanto al cammino, come un testimone continuo, portando con sé i riflessi del sole, delle foglie al vento e delle volte in pietra dei mulini. I segni dell’operosità passata emergono ovunque: le grandi ruote che un tempo macinavano il grano, oggi mute, ma non morte; gli edifici che ospitavano filande o latterie; la segheria che sfruttava la forza dell’acqua come energia elemento primo.
I cartelli esplicativi presenti sul percorso fanno da ponte fra oggi e ieri: guidano l’osservatore curioso fra relitti di fabbriche d’acqua, mostrando come la trasformazione tecnologica abbia intrecciato il lavoro umano con la natura. Sono tracce non solo materiali ma anche culturali, immagini vive di una società che ha saputo adattarsi, reinventarsi, tramandare.
L’atmosfera lungo le Vie dell’Acqua non è solo quella della fatica e del lavoro: è quella della contemplazione e della tranquillità. Il rumore cadenzato dell’acqua che scende, delle cascate piccole o grandi che si formano nei pressi dei passaggi stretti fra rocce o ponticelli, tutto invita a una lenta immersione nello spazio. Non è raro che cittadini di Comuni vicini scelgano questo percorso per momenti di respiro: una passeggiata che unisce natura, storia, paesaggio.
In primavera il luogo si anima con il “Bosco incantato”, evento che accende boschi e sentieri lungo le Vie dell’Acqua con musica, arte, laboratori, unendo comunità, creatività e natura. In estate, con le giornate più lunghe, il “Bosco incantato d’agosto” offre una versione diversa ma sempre suggestiva, lavoro dei centri locali, esposizioni immerse nel verde, luci, ombre e voci che nascono nel bosco.
Cison di Valmarino, dunque, non è solo meta per chi ama il trekking o la storia locale: è un invito a rallentare, a sentire la dimensione del territorio, a lasciare che il respiro si accordi al fluire dell’acqua, che i passi scandiscano il ritmo degli antichi mulini. Per chi arriva da fuori o per chi abita qui da sempre, questo è uno spazio dove il tempo si fa paesaggio e la memoria diventa bellezza.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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