Sostenibilità come leva di credito

Il ruolo strategico delle banche nella trasformazione dei modelli di business.

L’EFRAG ha recentemente analizzato i costi e i benefici delle imprese, in particolare piccole e medie imprese non quotate, che intraprendono un percorso di sostenibilità e ha confermato che le Pmi in compliance ESG riescono ad accedere al credito con una scontistica sul costo del denaro fino a 30 punti base.

Dall’analisi dell’ente europeo appare che gli istituti di credito concedono finanziamenti a condizioni migliori in quanto le imprese che hanno avviato una transizione di sostenibilità hanno una probabilità minore di default rispetto a un’azienda “brown”.

La maggiore affidabilità creditizia delle Pmi sostenibili trova fondamento nella trasparenza dei meccanismi di governance, nella capacità di presidiare in modo continuo gli impatti ambientali e sociali delle proprie attività e nella tracciabilità e nella responsabilizzazione delle catene di fornitura.

Le imprese orientate ai criteri ESG tendono a distinguersi per performance più solide e resilienti, grazie alla progressiva riduzione delle emissioni climalteranti, all’adozione di fonti energetiche rinnovabili e a un generale incremento dell’efficienza ambientale e operativa. Tali caratteristiche si traducono in una minore esposizione a rischi sistemici e reputazionali, generando un profilo creditizio più solido. In termini finanziari, ciò implica condizioni di accesso al credito più favorevoli, sia in termini di disponibilità che di costo del capitale, a beneficio della sostenibilità complessiva dell’impresa.

Nel processo di valutazione del merito creditizio, le metriche ESG si aggiungono ai tradizionali dati economico-finanziari disponibili nel bilancio di esercizio, consentendo agli istituti di credito di sviluppare un’analisi più ampia, integrata e prospettica. Le Pmi green dispongono spesso di policy formalizzate e procedure validate per la gestione e il monitoraggio continuo dei rischi operativi e reputazionali, contribuendo così a contenere l’esposizione a eventi avversi e a preservare la stabilità delle performance aziendali nel medio-lungo periodo.

Inoltre, la capacità di comunicare in modo credibile e trasparente il proprio impegno in ambito ESG si traduce in un vantaggio competitivo sul mercato: le imprese sostenibili riescono ad attrarre con maggiore efficacia nuovi clienti, intercettando una domanda sempre più orientata a criteri valoriali e guadagnando progressivamente quote di mercato a discapito degli operatori ancora ancorati a logiche esclusivamente orientate al profitto che potremmo definire vetero capitaliste.

La maggiore accessibilità al credito mostra un impatto particolarmente rilevante nel tessuto delle piccole e medie imprese, che per loro natura presentano un’elevata dipendenza dal sistema bancario e livelli di indebitamento spesso significativi. In questo contesto, l’adozione di pratiche orientate alla sostenibilità e alla responsabilità d’impresa non rappresenta solo un elemento valoriale, ma si configura come un vero e proprio driver finanziario.

Secondo le stime più accreditate, il volume complessivo di credito potenzialmente mobilitabile attraverso l’integrazione di criteri ESG nei processi aziendali si colloca in un intervallo compreso tra i 3 e i 6 miliardi di euro l’anno, a testimonianza del ruolo strategico che la finanza sostenibile può assumere per il rafforzamento dell’economia reale.

Per tali ragioni, da tempo, gli istituti di credito hanno iniziato un processo di analisi strutturato della loro clientela attraverso questionari mirati a interpretare quali azioni l’impresa ha intrapreso rispetto ai 3 profili ESG. Le banche, tuttavia, non si accontentano più di dichiarazioni non documentate raccolte durante le interviste ai clienti e richiedono con crescente frequenza l’allegazione di evidenze oggettive a supporto delle affermazioni rilasciate, quali ad esempio policy aziendali, contratti, certificazioni o altri documenti verificabili.

Le evidenze raccolte dimostrano che la sostenibilità non è solo un fattore reputazionale, ma incide direttamente sulla qualità del merito creditizio e sull’efficienza della gestione aziendale. Le Pmi che integrano criteri ESG nei propri modelli operativi diventano soggetti più attrattivi per il sistema bancario, capaci di generare valore anche in ottica finanziaria. La finanza sostenibile, oggi, è il nuovo linguaggio della fiducia.

(Autore: Fabio Sartori – Sistema Ratio)
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