Certo, il momento che stiamo vivendo non è fra i migliori degli anni recenti. Le cronache quotidiane dei mass media e dei circuiti social ci fanno entrare in ogni istante dentro le dinamiche tristissime di guerre e conflitti, tragedie umanitarie e drammatiche vicende foriere di ulteriori scenari di ostilità fra uomini e popoli del nostro tempo. Spesso diventano motivi di profonda inquietudine nelle persone, di amarezza e di paura, di angoscia e di pessimismo, quasi come elementi di sfiducia e di impotenza rispetto a una sorta di indebitabile e invincibile predominanza del male nelle vicende planetarie.
Anche perché sembra alla fine che il cammino intrapreso da decenni sulle vie della pace e della concordia internazionale – dopo le guerre mondiali che avevano segnato un capitolo impressionante di barbarie e di crudeltà – abbia ad interrompersi, vanificando tutti gli sforzi realizzati fin qui da uomini e donne di buona volontà che a tutti i livelli hanno operato per un autentico bene comune, di tutti e di ciascuno.
Ma poi in questa estate fioriscono all’improvviso “buone notizie”, magari inattese ma proprio per questo assolutamente gradite – che ci rimettono in carreggiata, allontano pensieri oscuri e concessioni varie a meditazioni cupe e fuorvianti, danno nuova importanza e centralità a tutto il bene che si riesce comunque a costruire, anche in questa estate densa di incognite e visioni oscure. In pratica, arrivano fotografie e ritratti che danno il senso immediato e concreto di una sorta di “gioia condivisa”, di un impegno corale felice, di una capacità sorridente di coinvolgere generazioni diverse intorno a obiettivi, traguardi e realizzazioni importanti, di autentica comunità.
In ambito locale, ad esempio, ha tenuto banco nei giorni scorsi la vicenda sfortunata del maltempo che si è abbattuto sulle strutture della Sagra di San Lorenzo a Pianzano, in provincia di Treviso, costringendo i volontari della manifestazione a un ingente sforzo straordinario per rimettere in sesto tutta l’area coperta di accoglienza degli ospiti, e per garantire al più presto la partenza dell’evento. Non da soli, perché questo è il primo elemento da sottolineare: infatti, nei momenti fatidici del rimettere in sesto spazi e attrezzature dopo il violento fortunale, avvenuto in tempi record, si è assistito a una vera e propria gara di solidarietà che ha coinvolto soggetti privati, associazioni e aziende, tutti uniti per poter contribuire a risollevare con ogni mezzo le sorti dell’antica sagra pianzanese. E allora la foto pubblicata in più sedi che ritrae la formidabile squadra dei volontari della Sagra di San Lorenzo – talmente citata e pubblicizzata a questo punto da aver raggiunto numeri mai visti prima di presenze nell’edizione 2025 – è proprio il segnale eloquente della gioia dell’intero gruppo, dove tutte le età sono rappresentate, si gusta il senso pieno del lavoro fatto insieme e si vive intensamente il senso squisito dell’amicizia, della collaborazione e della dedizione alla vita della propria comunità.
Che cosa risaltano? I sorrisi contagiosi, l’esultanza festosa, l’istantanea di gruppo che genera un senso vivo di fiducia e di speranza, proprie di coloro che non si sono abbattuti e persi d’animo di fronte alle improvvise e gravi difficoltà, ma hanno saputo reagire con incrollabile spirito di servizio, di altruismo e di generosità, conquistando una stima ancora più grande da parte dell’opinione pubblica e un senso vivissimo di riconoscenza per l’esempio offerto al territorio.
E’ la stessa “gioia condivisa” di centinaia di giovani della diocesi di Vittorio Veneto che sono stati al centro di tante immagini e riprese per la loro partecipazione al recente Giubileo a Roma, oppure di altri coetanei protagonisti dell’esperienza missionaria in corso in Paesi dell’America Latina, o ancora di altri aderenti ad associazioni come l’Azione Cattolica della stessa diocesi che stanno organizzando con grande fortuna sulle nostre Dolomiti campi scuola, itinerari formativi, esperienze e attività nel segno della crescita personale, dell’apertura al prossimo e dell’amore alla natura.
Non c’è niente da fare: i sentimenti buoni che essi provano, la bellezza che sperimentano, il senso pieno dell’esistenza che avvertono e comunicano in questa estate per loro del tutto speciale sono nei loro occhi, nei loro cuori, nella luminosità dei loro volti. Parlano a tutti, senza se e senza ma, e così alimentano una narrazione sulle nuove generazioni del tutto diversa da quella stereotipata e problematica che sembra diffusa in tanti ambiti della stessa informazione, nazionale e locale. Infine, il settore della cultura e del suo radicamento sul territorio, grazie al decisivo apporto di persone, istituzioni e aziende che hanno sfidato l’inedito e hanno saputo offrire proposte di grande qualità e fortissimo richiamo di pubblico.
Ad esempio – senza andare anche qui troppo lontano – chi è stato presente direttamente agli eventi, oppure ha potuto osservare le testimonianze fotografiche dei singoli concerti, ha potuto farsi un’idea di come la nuova edizione 2025 del Festival “La Musica nel Sacro” nel territorio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene rappresenti un’altra storia narrata di “gioia condivisa”, di gusto della musica e dell’arte, di ammirazione per lo splendore di talenti e di luoghi magnifici, di ammirazione per l’ascolto di melodie e sinfonie e la scoperta di tesori in splendide chiese che rendono elevato e felice l’animo umano.
Segni autentici di fiducia e di speranza, generativi di un bene più grande, che raggiungono, donano e meritano coloro che credono nella vita buona e in un nuovo umanesimo intessuto di valori e di priorità fondanti, di generosità e di condivisione, che danno senso e pienezza all’esistenza. Oltre noi stessi.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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