Non ci stancheremo mai di ripetere come esista nelle nostre comunità una capacità, un’attitudine, un’esperienza concreta, sentita e diffusa di bene condiviso, che con ogni probabilità non viene sufficientemente conosciuto, stimato e valorizzato.
Nella settimana che abbiamo alle spalle, e che si è conclusa proprio ieri con la Giornata Internazionale della Solidarietà, ne abbiamo avuto personale consapevolezza in varie occasioni, davvero importanti e significative. A partire dall’intervento del sindaco di Canale d’Agordo, Massimo Murer, che è intervenuto portando il suo saluto a conclusione della solenne concelebrazione per la memoria liturgica del beato Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I.
Soffermandosi sul grande tema della pace a partire da una citazione eloquente di un discorso del Pontefice bellunese – pace che va perseguita e alimentata cominciando da noi stessi e dalla vita sociale di ogni giorno – il primo cittadino del paese natale di papa Luciani ha intessuto l’elogio delle associazioni di volontariato che si dedicano con spirito di altruismo alla crescita del territorio, con reale spirito di concordia che le accomuna e le distingue tutte.
Proprio il termine “concordia” è stato sottolineato in più momenti dal primo cittadino Murer, come a dire che questa convinzione e questo stile lontani da protagonismi e separatezze, gelosie e voglia di primazia, danno come risultato un grande fervore collettivo, un efficace lavoro di squadra, una felice coincidenza di obiettivi, per il bene comune, bene realmente di tutti e di ciascuno.
D’altronde, l’etimologia di “concordia” deriva dal latino concordia, che significa unione, armonia o pace, e deriva da cum (“con”) e cor, cordis (“cuore”), a indicare unione dei cuori. Ecco la logica di chi tiene insieme, aiuta, sostiene, si prodiga, lavora, si prende cura e si dedica con amore alla vita della comunità, ed è capace di tenere sempre la barra dritta verso l’interesse generale, senza far prevalere distinzioni e particolarismi, egoismi e logiche di fazione e di parte.
Sono i “rammendatori dell’esistenza universale”, coloro che non cedono mai alle tentazioni delle divisioni, sempre possibili, anche per futili motivi, sempre in agguato, perché quando ci si occupa di aspetti pubblici non è mai facile, essendo molteplici i fattori e gli interessi che occorre comporre in una sintesi valida e giusta. Queste persone sono sempre presenti, nonostante tutto, e continuano a cooperare e a collaborare, a riparare gli strappi, a gestire difficoltà ed emergenze, a possedere visioni e lungimiranza, a misurarsi con pazienza e costanza. Anche in questo campo la differenza la fanno le persone, ossia coloro che si impegnano con coerenza e credibilità per finalità autentiche di promozione umana e di cambiamento in meglio della vita di tutti. Lo fanno con gesti concreti, con fatti durevoli, con scelte solide, ben oltre l’inconsistenza verbale, le parole evanescenti, la piaggeria e gli elogi distanti di chi vuole solo compiacere il volontariato di casa nostra, e non è mai pronto invece a condividere la strada faticosa dell’azione quotidiana della solidarietà.
Dopo concordia, ecco un’altra parola chiave: solidarietà, che significa sostanzialmente “determinazione ferma e perseverante di agire per il bene comune”. Il termine solidarietà deriva dal latino solidum, che significa «moneta» e, in particolare, dall’espressione del diritto romano in solidum obligari (“obbligazione in solido”), cioè un’obbligazione per cui diversi debitori si impegnano a pagare gli uni per gli altri, ognuno per tutti una somma presa in prestito o dovuta in altro modo. La locuzione tecnica obbligazione in solido resterà nel linguaggio giuridico con il suo significato originario, ma intorno all’Ottocento il termine solidarietà comincia a entrare nell’uso nella sua accezione moderna per esprimere l’idea di una fratellanza universale degli uomini, la convinzione che l’intero genere umano formi un’unica famiglia. In senso lato, c’è pure il rimando al senso di compattezza e di coesione, alla passione per la ricerca delle soluzioni, alla sforza stringente e fisica di gesti e abbracci che concorrono a modificare in meglio il corso della storia minuta degli uomini e delle donne del nostro tempo. In qualche modo, di fronte alle provocazioni della “società liquida” della nostra epoca, rappresentano un costante richiamo alla verità del bene, alla sua tangibilità, alla sua incontestabile solidità.
E chi avesse avuto l’opportunità di partecipare sabato scorso alla seconda edizione dell’evento “Il volontariato incontra”, ad esempio, presso la Fondazione Casa per Anziani di Pieve di Soligo, avrebbe osservato da vicino e toccato con mano proprio la realtà di queste esperienze di prossimità e di altruismo che ogni giorno si spendono a favore della crescita culturale e sociale delle comunità e del territorio, con particolare attenzione per le situazioni di fragilità e per coloro che hanno bisogno di essere aiutati nelle fatiche derivanti dalla salute cagionevole e dall’età avanzata.
Soprattutto, alla presenza di vari rappresentanti istituzionali e di responsabili associativi a livello provinciale, questo spaccato di mondo impegnato e solidale ha potuto conoscersi e riconoscersi, capire le “mission” altrui, stimare l’azione di amici e colleghi, stabilire contatti e relazioni con quanti condividono la stessa sensibilità e la stessa attitudine verso il bene e il destino della comunità. E’ come se a un certo punto tutti i partecipanti avessero assunto una nuova consapevolezza della ricchezza di tutti questi apporti, della loro vitalissima originalità, della loro capacità di coprire le istanze e i bisogni più diversi, della loro insostituibile presenza per rendere più coesa e più buona la vita di tutti.
E anche gli attestati consegnati alle associazioni e ai volontari AVO presso la Fondazione pievigina, presieduta da Geminiano Nardi, sono stati felicemente eloquenti, hanno premiato nomi speciali e volti sorridenti, hanno espresso riconoscenza per attività di animazione e di assistenza meritevoli di ogni encomio, perché cambiano la vita delle persone.
La gratuità e la spontaneità dei gesti e la solidità del bene, insomma, che fanno notizia, stavolta, e oscurano almeno per un giorno le cronache tristi dei tempi non facili della nostra epoca attuale. Grazie a loro, è possibile sperare ancora nell’umanità della concordia e della solidarietà.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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