Davanti a 2.650 spettatori, il derby viene deciso al 40′ della ripresa da un tracciante rasoterra del neo-entrato Brevi. I biancocelesti chiudono il girone d’andata a +10 sulle inseguitrici. Gorini: “Lavoro straordinario, ma siamo solo a metà dell’opera”.
Non poteva esserci finale migliore per il girone d’andata del Treviso FBC. Davanti a un “Omobono Tenni” gremito da oltre 2.600 spettatori, i biancocelesti piegano la resistenza di un ottimo AC Mestre grazie a una zampata di Tommaso Brevi, l’uomo della provvidenza che mette il sigillo su una prima parte di campionato dominata.
L’avvio è di marca arancionera: il Mestre è aggressivo, morde le caviglie e impedisce al Treviso di costruire. Al 15′, solo un’uscita provvidenziale del portiere biancoceleste sui piedi di Rabbas evita il vantaggio ospite.
Il primo tempo è un concentrato di agonismo che spesso sfocia nel nervosismo. L’arbitro Faye di Brescia fatica a tenere i toni bassi: fioccano i gialli per Beltrame, Maset e Romano. Curioso l’episodio al 27′, con Luigi Scotto costretto fuori dal campo per 5 minuti a causa di una fasciatura al naso irregolare. Al 41′ è proprio il capitano biancoceleste ad avere la palla del vantaggio, ma Maffi risponde con un intervento d’autore.
Nella ripresa, Gorini attinge dalla panchina inserendo Gianola e Brevi. La gara sembra destinata allo 0-0, complice anche un’ottima prestazione difensiva di Maset tra le fila ospiti. Al 38′ l’episodio che cambia la storia del match: Soprano atterra Scotto, rimedia il secondo giallo e lascia il Mestre in dieci.


Il Treviso sente l’odore del sangue e colpisce due minuti dopo: un traversone profondo dalla sinistra taglia l’area e trova l’inserimento di Tommaso Brevi. Il numero 7 scaglia un tiro basso e potente che bacia il palo interno e si insacca. È l’apoteosi: il Tenni diventa una bolgia.
Visibilmente emozionato a fine gara, Brevi racconta il suo riscatto dopo due mesi e mezzo di stop per un infortunio alla caviglia: “A volte te lo senti che puoi fare gol. Questa era una partita a cui tenevo particolarmente, vincere il derby sotto la curva piena è un’emozione irraggiungibile. Dedico il gol alla mia famiglia, alla mia ragazza e ai miei amici. E un pensiero speciale a Serena e Beltrame: mi hanno ospitato a cena venerdì, forse è una consuetudine scaramantica da ripetere “
I due allenatori hanno analizzato un match vissuto sul filo dell’equilibrio fino all’episodio dell’espulsione. Romano Perticone, tecnico degli arancioneri, mastica amaro ma con estrema lucidità sportiva, non cerca scuse, ma sottolinea come il risultato sia stato condizionato dal “doppio episodio” (rosso e gol immediato): “Fino a quel momento la partita era in totale equilibrio. Dal punto di vista delle occasioni è stata una gara equa: abbiamo avuto le nostre chance. Portare a casa un punto sarebbe stato il risultato più giusto, ma usciamo a testa alta”.
Di tutt’altro umore Edoardo Gorini, che si gode il distacco importante in vetta, ma tiene i piedi ben saldi a terra: “Sapevamo che il Mestre sarebbe stato aggressivo, infatti nella prima mezz’ora siamo riusciti a giocare poco” ammette il mister biancoceleste. Gorini elogia la maturità dei suoi: “Nel secondo tempo abbiamo messo giù la palla e creato i presupposti per vincere. Questo primato non è scontato: siamo un gruppo nuovo, uno staff nuovo che non aveva mai lavorato insieme. Il merito va ai ragazzi, alla società e ai miei collaboratori. Ora stacchiamo la spina, ma il girone di ritorno sarà una battaglia perché nessuno regalerà più nulla”. Infine, un pensiero sul mercato e sui singoli: “Siamo un gruppo che va toccato poco. Petrovic? È solo un problema di fiducia, valuteremo insieme al direttore cosa sarà meglio per migliorare ancora”.
(Autore: Francesco Bruni)
(Foto: Francesco Bruni)
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