“I santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro”.
Così Papa Leone XIV ha definito le figure dei santi Pier Giorgio Frassati (1901-1925) e Carlo Acutis (1991-2006), giovani laici canonizzati oggi, domenica 7 settembre, nella celebrazione eucaristica presieduta dal pontefice sul sagrato della Basilica di San Pietro.
In una domenica molto calda e con circa 80 mila fedeli in piazza secondo le fonti vaticane – presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – Prevost ha ripercorso le esistenze di Frassati e Acutis, dipingendoli come “un giovane dell’inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, tutti e due innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui”. Presente da Vittorio Veneto una delegazione dell’Azione Cattolica diocesana.
Frassati, nato a Torino il 6 aprile 1901, cresce in una famiglia abbiente. Il padre Alfredo è fondatore e direttore del quotidiano “La Stampa”. Frassati è un giovane molto caro all’Azione Cattolica, perché nella sua vita spicca l’adesione alla Società della Gioventù cattolica Italiana di cui fa suo il motto: preghiera, azione, sacrificio. Scelse la via della semplicità e della carità, dedicandosi con generosità ai poveri e agli ammalati, visitando le periferie di Torino e portando aiuto materiale e sostegno spirituale. Alpinista appassionato, amava definire le montagne come un luogo privilegiato per l’incontro con Dio, e proprio in cima a una vetta scrisse il motto “Verso l’alto”, divenuta simbolo del suo cammino di fede. Morì a soli 24 anni, lasciando dietro di sé l’immagine di un giovane che seppe coniugare l’amore evangelico con radicalità e gioia.
“Pier Giorgio – ha ricordato il pontefice – ha incontrato il Signore attraverso la scuola e i gruppi ecclesiali – l’Azione Cattolica, le Conferenze di San Vincenzo, la FUCI, il Terz’Ordine domenicano – e lo ha testimoniato con la sua gioia di vivere e di essere cristiano nella preghiera, nell’amicizia, nella carità. Al punto che, a forza di vederlo girare per le strade di Torino con carretti pieni di aiuti per i poveri, gli amici lo avevano ribattezzato “Frassati Impresa Trasporti”! Anche oggi, la vita di Pier Giorgio rappresenta una luce per la spiritualità laicale. Per lui la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall’appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri“.
Acutis, nato a Londra il 3 maggio 1991 e cresciuto a Milano, ha vissuto una vita profondamente segnata dalla fede fin da piccolo. Appassionato di informatica, ha saputo coniugare la sua competenza tecnologica con l’evangelizzazione, creando un sito web che raccoglieva e diffondeva le testimonianze sui miracoli eucaristici nel mondo. La sua esistenza, seppur breve, è stata considerata una testimonianza luminosa di come sia possibile vivere la santità nel quotidiano e nell’era digitale.
“Carlo – ha aggiunto Leone – ha incontrato Gesù in famiglia, grazie ai suoi genitori, Andrea e Antonia – presenti qui oggi con i due fratelli, Francesca e Michele – e poi a scuola, anche lui, e soprattutto nei Sacramenti, celebrati nella comunità parrocchiale. È cresciuto, così, integrando naturalmente nelle sue giornate di bambino e di ragazzo preghiera, sport, studio e carità”.
“Entrambi hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la santa Messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’Adorazione eucaristica – ha concluso il Papa -. Un’altra cosa essenziale per loro era la Confessione frequente. Tutti e due, infine, avevano una grande devozione per i Santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità. Pier Giorgio diceva: «Intorno ai poveri e agli ammalati io vedo una luce che noi non abbiamo». Chiamava la carità “il fondamento della nostra religione” e, come Carlo, la esercitava soprattutto attraverso piccoli gesti concreti, spesso nascosti, vivendo quella che Papa Francesco ha chiamato «la santità “della porta accanto”»”.
Alla recita dell’Angelus, il Papa è intervenuto ancora, ricordando che “ieri la Chiesa si è arricchita anche di due nuovi Beati. A Tallinn, capitale dell’Estonia, è stato beatificato l’Arcivescovo gesuita Edoardo Profittlich, ucciso nel 1942 durante la persecuzione del regime sovietico contro la Chiesa. E a Verszprém, in Ungheria, è stata beatificata Maria Maddalena Bódi, giovane laica, uccisa nel 1945 perché resistette a dei soldati che volevano farle violenza”.
Prevost ha incoraggiato di nuovo a gran voce la pace nel mondo: “Ai governanti ripeto – ha detto -: ascoltate la voce della coscienza! Le apparenti vittorie ottenute con le armi, seminando morte e distruzione, sono in realtà delle sconfitte e non portano mai pace e sicurezza! Dio non vuole la guerra, vuole la pace, e sostiene chi si impegna a uscire dalla spirale dell’odio e a percorrere la via del dialogo“.
(Autrice: Beatrice Zabotti)
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