Sono bastati i manifesti comparsi oggi nelle città del Veneto per trasformare i rumors in certezza: Luca Zaia scenderà in campo alle prossime elezioni regionali. Una mossa che sa di colpo di teatro e che rimette in discussione tutti gli equilibri politici.
Era nell’aria da settimane, anzi, forse da quando a Roma è stata bocciata l’ipotesi del quarto mandato: il “Doge” non intende restare alla finestra. “Sono a disposizione del partito” ha sempre confermato, ma oggi e arrivata la certezza, con tanto di logo “Lega-Salvini” nei manifesti.
La Lega, d’altronde, non può permettersi di perdere il Veneto. Dal palco del “Pratone” di Pontida lo ha detto chiaro e tondo lo stesso Zaia, lanciando un messaggio non troppo velato agli alleati: “Alberto Stefani è il nostro candidato, se non sarà della Lega sarà un problema”. Tradotto: nessuno osi mettere in discussione il ruolo del Carroccio in una delle sue roccaforti.
Ora il governatore più amato d’Italia torna a spendere il suo nome e il suo volto in una partita cruciale. Un “tesoretto” personale di consensi che la Lega spera di trasformare in ossigeno puro per un partito in crisi, stretto nella morsa dello strapotere nazionale – e anche veneto – di Fratelli d’Italia. Non è ancora chiaro se Zaia correrà come capolista in tutte le province, né se sarà varata l’ennesima “Lista Zaia” come da tradizione quando il candidato presidente era lo stesso Zaia.
Cinque anni fa lo slogan era “Dopo Zaia solo Zaia”, e il governatore aveva fatto saltare il banco superando il 70% delle preferenze. Per le elezioni del 23 e 24 novembre 2025, invece, il motto scelto è “Veneto sempre! L’impegno continua”: un messaggio, quello scelto dalla Liga, che suona quasi come un appello alla fedeltà, al di là dei simboli e delle sigle.
La speranza in via Bellerio è semplice: che il “Doge da Bibano” riesca ancora una volta a fare il miracolo, riportando entusiasmo e voti in una Lega che mai come oggi sembra averne bisogno.
(Autore: Simone Masetto)
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