FAMIGLIA| Urticaceae
NOME POPOLARE| ortiga.
ETIMOLOGIA| il termine deriva da ùrere (bruciare) in quanto la pianta diventa “bruciante” quando si strofina sulla pelle; dioica dal greco di-oikos (doppia casa) per il fatto che questa specie ha fiori maschili e fiori femminili su piante separate e diverse tra loro.
PARTI USATE| le foglie e le giovani sommità.
TEMPO DI RACCOLTA| primavera.
HABITAT| pianta erbacea perenne comune negli incolti, nei campi, fra le macerie, lungo le siepi e qua e là nei boschi.
DESCRIZIONE| il fusto è eretto, semplice, alto fino a 1,50 m. e a sezione quadrata. Le foglie sono picciolate, opposte ovali, con i margini dentati e la nervatura marcata. Fusto e foglie portano i peli urticanti che si spezzano al minimo urto emettendo il liquido urticante. E’ una pianta dioica con i fiori maschili riuniti in spighe erette e i femminili penduli (in estate). Il frutto è un achenio ovale.
UTILIZZAZIONE| le giovani sommità vengono impiegate normalmente per fare la zuppa, minestre di verdura e risotti. Foglie e sommità si consumano anche lessate come condimento di chiocciole al forno “sciòs co le ortighe”.
PRINCIPI ATTIVI| contiene tracce di sostanze azotate, di sostanze fenoliche e di aldeidi. La pianta è caratterizzata da una elevata percentuale di clorofilla A e B e da clorofilla rameica nella quale il Cu rimpiazza il Mg della clorofilla naturale. I peli urticanti contengono una sostanza istaminica e una sostanza che agisce come l’acetilcolina.
PROPRIETA’| gode di proprietà antianemiche, antidiabetiche (il potere ipoglicemizzante è stato verificato nell’animale), emostatiche, tonico-astringenti, deostruenti del fegato e della cistifellea, galattogoghe e remineralizzanti.
NOTA| le ortiche venivano popolarmente impiegate contro la caduta dei capelli e come “rinfrescanti” per gli animali da cortile “paston par le oche”. In medicina popolare l’ortica trova impiego come decotto (1 l. di acqua + ½ l. di aceto + 4-5 pugni di ortica bolliti per 5-10 minuti) per uso esterno nella cura di tutte le specie di emorragie interne, delle emorroidi e di molte affezioni cutanee (compreso l’eczema), nelle emorragie nasali (polveri d’ortica) e come lassativa e curativa dell’itterizia.
La specie si riproduce per seme o per divisione dei cespi in primavera. Cresce in terreni umidi e ricchi di humus.
La “falsa ortica” o Lamio bianco
Il lamio bianco (Lamium album L.) appartiene alla famiglia delle Lamiaceae e il suo nome popolare evoca l’ortica; si chiama infatti “ortiga mata”.
La pianta erbacea perenne cresce comunemente sull’orlo di fossi e sentieri, in prati, campi, vigneti, siepi e boschi. Il fusto quadrangolare, eretto, può essere alto fino a 40 cm. Le foglie sono tutte picciolate, ovali, cordate alla base, opposte, seghettate e pubescenti. I fiori sono di colore bianco e raccolti in verticilli.
Si utilizzano le sommità, colte prima della fioritura, quando sono tenere, si fanno lessare e si consumano come gli spinaci oppure si aggiungono nelle minestre.
NOTA| nel territorio pedemontano viene indifferentemente utilizzato anche il lamio rosso (Lamium orvala L.) chiamato popolarmente con il nome di “ciuci”. Il fiore di quest’ultima pianta veniva solitamente succhiato dai ragazzi per il suo sapore dolce. In effetti il tubo corallino ha dei nettari che producono appunto nettare (liquido zuccherino).
(Articolo a cura di: Ernesto Riva, Danilo Gasparini, Silvano Rodato, Carla Camana – Unifarco SPA – Accademia Internazionale di Storia della Farmacia – Antiga Edizioni).
(Foto: Wikipedia)
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