Tra caccia e controllo: un duello di parole e fallacie

La prozia Betta si era sempre rifiutata di andare in ospedale perché “l’ospedale è un luogo dove la gente muore”.

Lo diceva in veneto estremo, con uno sguardo che dissuadeva qualsiasi tentativo di replica.

La prozia Betta non aveva torto… ma nemmeno tutta la ragione: anche nelle biblioteche si tace, eppure nessuno le confonde con i cimiteri.

Questa convinzione nasceva da due fallacie logiche.
La prima è la Post hoc ergo propter hoc (falsa causa): Betta assumeva erroneamente che, poiché molte persone muoiono in ospedale, l’ospedale ne sia la causa. In realtà, vi si muore perché vi si arriva già gravemente malati o feriti.
La seconda è una generalizzazione indebita: estendeva un caso specifico — la morte di alcune persone in ospedale — a una conclusione generale e infondata, trascurando i moltissimi casi in cui, invece, si guarisce o si migliora.

Ecco perché, quando in un dibattito pubblico un politico si permette di affermare con nonchalance che la caccia e il controllo sono la stessa cosa, non posso fare a meno di pensare a Betta. Lo smarrimento e il panico si trasformano in una tristezza quasi poetica, e con un sorriso che mescola ironia e un pizzico di sarcasmo, mi ritrovo a condividere dieci piccole regole per smascherare le fallacie logiche. Magari, così, riusciremo a entrare nel merito del dibattito sul wildlife management, senza lasciarci incantare da parole vuote o da giochi di prestigio retorici.

Eccolo. Piccolo glossario divulgativo delle fallacie nella comunicazione sulla gestione faunistica.

Distinguere per comprendere caccia e controllo 

1. Falsa equivalenza

Definizione: Trattare due concetti diversi come se fossero uguali, ignorandone le differenze.

Esempio: “Caccia o controllo, sempre animali si uccidono.”

Risposta: «La caccia è un’attività ricreativa; il controllo è una misura tecnica per risolvere problemi ecologici, agricoli o sanitari documentati.»

2. Appello alla natura (Appeal to Nature)

Definizione: Considerare ciò che è “naturale” come sempre buono o giusto.

Esempio: “La natura si autoregola: non dobbiamo intervenire.”

Risposta: «In ecosistemi alterati, l’autoregolazione è spesso impossibile. L’inazione è comunque una scelta gestionale (gli animali si riproducono!) e può causare squilibri ecologici gravi.»

3. Ad hominem

Definizione: Attaccare chi esprime un’idea, invece dell’idea stessa.

Esempio: “I biologi che propongono il controllo sono amici dei cacciatori.”

Risposta: «Le decisioni si basano su dati e responsabilità pubblica, non su simpatie personali. Gli argomenti vanno valutati, non screditati.»

4. Generalizzazione indebita

Definizione: Trarre una regola generale da un caso isolato o un’eccezione.

Esempio: “Ho visto un controllo fatto male, quindi sono tutti inutili.”

Risposta: «Gli errori vanno corretti, ma non giustificano l’abbandono di un intero strumento di gestione.»

5. Appello alla paura (Argumentum ad metum)

Definizione: Usare la paura per influenzare l’opinione pubblica.

Esempio: “Il controllo porterà all’estinzione degli animali selvatici.”

Risposta: «Il controllo è selettivo, mirato e regolato. Serve a mantenere/ripristinare l’equilibrio ecologico, non a distruggere le popolazioni.»

6. Slippery slope (Pendio scivoloso)

Definizione: Affermare che un piccolo passo porterà inevitabilmente a conseguenze estreme.

Esempio: “Se accettiamo il controllo dei cinghiali, domani elimineranno tutti i lupi.”

Risposta: «Ogni intervento ha criteri propri, scientifici e normativi. Non esiste un effetto domino automatico.»

7. Confusione terminologica (Fallacia dell’equivoco)

Definizione: Usare lo stesso termine con significati diversi per confondere il dibattito.

Esempio: “Controllo è solo un altro nome per caccia.”

Risposta: «Controllo è un termine tecnico che indica azioni pubbliche e mirate. La caccia ha altri obiettivi, metodi e soggetti coinvolti.»

8. Riduzionismo moralistico

Definizione: Sembrano tutte questioni etiche semplici, ignorando la complessità ecologica.

Esempio: “Uccidere è sempre sbagliato.”

Risposta: «L’etica ambientale richiede valutazioni complesse: a volte un intervento selettivo protegge interi ecosistemi e altre specie.»

9. Appello all’aneddoto

Definizione: Usare una singola esperienza soggettiva come prova contro l’evidenza scientifica.

Esempio: “Nel mio territorio il controllo non ha funzionato, quindi non serve a nulla.”

Risposta: «La gestione faunistica va valutata su base sistematica e con dati aggregati, non su singoli episodi o esperienze personali.»

10. Semplificazione eccessiva (Oversimplification)

Definizione: Ridurre un problema complesso a una sola causa o soluzione apparente.

Esempio: “Basta smettere di cacciare e il problema si risolve.”

Risposta: «Il problema della sovrappopolazione non si risolve con una sola misura. Servono interventi integrati, dalla prevenzione all’adattamento del territorio e alla mitigazione degli impatti (solo per citare alcune strategie gestionali)»

Conoscere le cose non è solo il miglior modo per discuterne con cognizione di causa, ma anche per evitare di compiere scelte azzardate e, chissà, forse persino diventare più utili quando si tratta di natura e specie selvatiche.

(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Total
0
Shares
Related Posts