Rilanciare il consumo e la conoscenza delle eccellenze del Vigneto Italia, dalle denominazioni più note a quelle simbolo della biodiversità, sulla scia del grande successo ottenuto all’Onu, con il riconoscimento del ruolo positivo del vino all’interno del modello alimentare della dieta mediterranea.
E’ uno degli obiettivi della recente presenza di Coldiretti e Filiera Italia al Vinitaly di Chicago, con una due giorni di incontri e degustazioni per mettere sotto i riflettori tutti i record del settore.
“In giuste quantità, il vino è parte integrante della dieta mediterranea e siamo orgogliosi che ciò sia stato riconosciuta nel documento Onu, rimarcando la differenza tra un consumo consepevole equilibrato di vino di qualità, i cui effetti sono positivi, e invece un consumo dannoso da abuso di alcool di pessima qualità che con il nostro bere, con lo stile di vita associato al nostro vino non ha nulla a che fare”, sottolinea Luigi Scordamaglia, Capo Area Mercati, Internazionalizzazione e Politiche Comunitarie di Coldiretti e Ad di Filiera Italia, nel suo intervento per l’inaugurazione del Vinitaly Usa.
Un’iniziativa organizzata peraltro in un momento delicato per l’export vinicolo negli States, con le preoccupazioni per l’effetto dei dazi.
“Gli Stati Uniti rappresentano il mercato che più valorizza il Made in Italy vitivinicolo – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia – dove abbiamo esportato non solo un prodotto ma uno stile di consumo e non possiamo dunque permettere al sistema di svenderci”.
“Dobbiamo essere pronti ad affrontare un grande cambiamento strutturale, nei consumi, nella comunicazione, nella consapevolezza e in questo dobbiamo essere in grado di puntare sulla nostra distintività e sul grande valore aggiunto del marchio Made in Italy, che non è replicabile o imitabile – proseguono – Un valore che poggia anche su una grande diffusione grazie anche ai tantissimi ristoranti italiani che hanno contribuito a farlo conoscere ed apprezzare”.
“Il settore vinicolo italiano – ricordano Coldiretti e Filiera Italia – rappresenta uno dei pilastri dell’economia agroalimentare nazionale, con un fatturato complessivo che ha raggiunto i 14,5 miliardi di euro, una superficie di 681.000 ettari e una biodiversità che non ha paragoni al mondo, grazie a 570 varietà indigene autoctone“.
“A raccontarlo al Vinitaly di Chicago sarà una selezione di eccellenze che va dalle denominazioni più note, sulle tavole a stelle e strisce, a quelle caratteristiche dei vari territori – dichiara il direttore generale di Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli -, a partire dalle aziende di Campagna Amica per le quali l’evento rappresenterà una nuova tappa del percorso di internazionalizzazione avviato negli ultimi tempi”.
Il percorso delle degustazioni nello stand I10 – I11 – I12 del Navy Pier, seguite dalla responsabile vitivinicola di Coldiretti Diana Lenzi, è andato dalla Sicilia, terra di terroir, a una panoramica sui grandi bianchi italiani, passando per una degustazione dedicata alla piramide qualitativa con focus su Igt, Doc e Docg, fino alle bollicine che trainano l’export.
Spazio anche ai vitigni autoctoni minori proposti da Italian Bunch, a una degustazione speciale di vini da aperitivo, a un approfondimento sul nebbiolo e, per concludere, a un’esperienza sul ruolo del Mediterraneo nell’influenzare i vini.
L’obiettivo è intercettare i giovani tra i 30 e i 40 anni, che orientano i consumi verso una wine experience più qualitativa che quantitativa, con bottiglie pregiate: la stessa tendenza che alimenta l’enoturismo.
Ma la due giorni di Coldiretti e Filiera Italia al Vinitaly è servita anche a promuovere l’Accademia della cultura enogastronomica italiana, realizzata con il Ministero degli Esteri. L’iniziativa punta a diffondere i valori del Made in Italy – qualità, sostenibilità, legame con territori e produttori – e a formare nuove competenze attraverso scuole, università e professionisti del settore.
Obiettivo: rafforzare lo storytelling e il ruolo della dieta mediterranea, unendo cibo, salute e consumo consapevole, con il vino italiano tra i simboli di eccellenza.
(Autore: Coldiretti – Fondazione Campagna Amica)
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