Siamo nel cuore di Treviso, all’isola della Pescheria, dove si tramanda una leggenda dal fascino antico. Si racconta di una sirena proveniente dal mare che, incantata dalla bellezza della città, decise di restare. Per lasciare un segno del suo passaggio, disseminò una scia di perle lungo il suo cammino, una sorta di mappa luminosa per ritrovare il luogo che le aveva conquistato il cuore.
Da questa storia prende vita un’idea originale e profondamente legata al territorio: “Le Perle di Sirena”, un caviale interamente vegetale ideato e prodotto da Andrea Marchesini, imprenditore trevigiano, insieme alla compagna e collaboratrice Eleonora Franceschini. Un nome che rende omaggio alla sirena della Pescheria, simbolo di fascino e mistero, e che racchiude l’essenza di Treviso nella forma di piccole sfere lucenti.


Le “Perle di Sirena” nascono da una sferificazione di alghe marine: un procedimento tecnico e raffinato che consente di ottenere minuscole perle dal gusto intenso e dal colore naturale. “Realizziamo un brodo molto saporito”, spiega Marchesini, “utilizzando più di dieci tipologie di alghe, selezionate per le loro caratteristiche e proprietà. A questo aggiungiamo elementi vegetali che amplificano la sapidità e la profondità del sapore, fino a creare una consistenza simile a quella del caviale”.
Un’attenzione particolare è stata riservata anche al design delle confezioni, nate in collaborazione con artisti locali. Ogni barattolo è decorato con una sirena dalla coda di storione, simbolo di equilibrio tra il mare e la terra, tra tradizione e innovazione. Il packaging, elegante e funzionale, è disponibile in tre formati — 50, 120 e 500 grammi — tutti con chiusura ermetica per garantire la perfetta conservazione del prodotto.
L’iniziativa non ha alcun legame con il locale “Ai Brittoni”, luogo storico della ristorazione trevigiana, ma si radica idealmente nella stessa città che ha ispirato il progetto: Treviso, con le sue acque, le sue storie e il suo spirito creativo.




Il risultato è un prodotto completamente vegetale, non un’alternativa al caviale tradizionale, ma una nuova esperienza di gusto che unisce innovazione gastronomica e rispetto per la natura. “Abbiamo voluto reinterpretare il concetto di caviale – aggiunge – creando qualcosa di unico, che celebrasse la nostra città e al tempo stesso portasse con sé un messaggio di sostenibilità”.
Le Perle di Sirena, nate da un incontro tra leggenda e ricerca, rappresentano così un simbolo di creatività trevigiana, capace di fondere tradizione, estetica e sperimentazione culinaria in un prodotto che parla di mare, di terra e di un profondo legame con il territorio.
(Autore: Dplay)
(Foto e video: Mihaela Condurache)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata








