“Aiutateci a riaprire le ricerche”: l’appello di parenti e amici di Matteo Vendramin

“Aiutateci a riaprire le ricerche per riportare a casa Matteo”: è l’appello che questa mattina è più volte risuonato nella sala consiliare del municipio di Conegliano, luogo scelto per una conferenza stampa organizzata sul caso di Matteo Vendramin, il 31enne scomparso lo scorso 7 ottobre.

Le parole di Elena, sorella di Matteo Vendramin

Il giovane, uscito di casa dalla sua abitazione di Campolongo, quella mattina si è diretto nella frazione di Rua di Feletto (Comune di San Pietro di Feletto), dove è rimasto inspiegabilmente per circa quattro ore.

Poi più nulla: è sparito senza lasciar tracce e, ancora oggi, a distanza di tempo, di lui non è emerso nulla di nuovo.

L’appello della zia materna di Matteo Vendramin

Neppure le ultime ricerche fatte nella frazione di Santa Maria di Feletto hanno dato alla luce nulla di concreto: a seguito di una segnalazione verificata, questa settimana sono giunti da Mestre i sommozzatori, per perlustrare un laghetto artificiale.

Ma, anche in quel caso, le ricerche non hanno portato a nulla di nuovo.

Daniela Ferrari, presidente di Penelope Veneto

Troppi pochi dettagli ci sono ancora, insufficienti per rispondere al quesito principe di questo caso: dov’è Matteo?

L’appello delle istituzioni

Alla conferenza stampa di questa mattina erano presenti gli amici di Matteo, la zia materna Lucilla, la sorella Elena con il fidanzato, sostenuti dal vicesindaco di Conegliano Claudio Toppan, dal sindaco di San Pietro di Feletto Cristiano Botteon e da Daniela Ferrari, presidente dell’associazione Penelope Veneto, ente che sta dando supporto alla famiglia in tutta questa storia.

Presenti anche l’assessore Claudia Brugioni e il primo cittadino, il quale ha riferito che altre iniziative di sensibilizzazione simili verranno organizzate nelle prossime settimane.

Da sinistra, zia Lucilla, il vicesindaco di Conegliano Claudio Toppan, il sindaco di San Pietro di Feletto Cristiano Botteon e Daniela Ferrari, presidente dell’associazione Penelope Veneto

“L’attenzione sul caso di Matteo non deve scemare – la premessa fatta da Toppan – Sicuramente è un dramma il fatto di non sapere quello che è successo. Ringraziamo tutte le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, la Protezione civile, i tanti amici e volontari per quanto fatto”.

Vogliamo che nulla rimanga in sospeso e non vogliamo avere rimorsi in questa vicenda, ma fare tutto il possibile”, ha ribadito il vicesindaco.

“Questa è una vicenda che ci sta segnando tutti – le parole del sindaco Botteon – In quei giorni hanno lavorato circa 400-500 persone alle ricerche. Posso dire che San Pietro di Feletto è rimasta segnata da questa scomparsa e, personalmente, ricevo tante richieste da parte delle persone, che mi chiedono se ci sono novità”.

“Matteo deve essere quotidianamente cercato e, nel caso dovesse ascoltarci, l’invito è quello di tornare a casa”, ha aggiunto.

Da parte sua, Daniela Ferrari ddell’associazione Penelope Veneto ha ammesso di non aver mai visto prima un caso simile di scomparsa con così pochi dettagli e, al tempo stesso, ha invitato chiunque dovesse sapere o ricordarsi qualcosa di farsi avanti.

Un appello indirizzato specialmente alla comunità di Rua di Feletto.

“Nonostante le tante forze in campo, Matteo non è tornato a casa – ha affermato Ferrari – L’obiettivo è quello di trovare Matteo in vita, per questo chiediamo la massima attenzione a tutti: la speranza rimane sempre accesa e non vogliamo lasciare nulla di intentato”.

“Invito tutta la gente di Rua di Feletto a fare mente locale su quella giornata – ha proseguito – Abbiamo bisogno di capire: ci sono troppi pochi elementi ed è un po’ strano che nessuno l’abbia visto. Da parte nostra, affiancheremo la famiglia con un legale, essendoci un fascicolo in Procura”.

Le parole della famiglia

Agli appelli delle istituzioni si sono aggiunte le parole commosse di zia Lucilla, la quale ha ricordato il percorso di vita di Matteo, fatto di studio (con due lauree e un master), di lavoro e di tanti amici.

Allo stesso tempo, la signora ha ricordato gli ultimi istanti del 31enne, prima della sua scomparsa.

“Negli ultimi giorni aveva accusato un dolore molto forte alla schiena e all’addome, motivo per cui si era fatto visitare dal suo medico di famiglia, il quale non aveva riscontrato nulla di preoccupante (il dolore alla schiena poteva essere stato provocato banalmente da un movimento brusco) – ha raccontato – Matteo non era però convinto della diagnosi ed era molto preoccupato. Due anni e mezzo fa aveva perso il padre, quindi mostrava molta sensibilibità verso tali questioni”.

Siamo convinti che la sua non sia stata una scomparsa intenzionale, ma si trovava in uno stato d’ansia molto forte: forse aveva bisogno di andare in un luogo rassicurante, per pensare – ha affermato – Per noi l’importante è sapere dove è stato visto: non può essere svanito nel nulla. Chiediamo con forza che le ricerche continuino: Matteo è una persona giovane, che ha diritto a un futuro”.

“Questa è una ferita aperta che tocca tutti noi e il silenzio tombale che continua, per noi è massacrante”, ha ammesso la signora.

La famiglia ha quindi ribadito la necessità di riprendere le ricerche: “Serve che il meccanismo della ricerca riprenda con forza“, ha ribadito zia Lucilla.

Parole a cui si sono aggiunte quelle di Mario (in rappresentanza degli amici di Matteo), il quale ha confermato la volontà da parte della rete amicale che le ricerche possano nuovamente iniziare.

Nuovi dettagli ed eventuali ipotesi

Tra i dettagli emersi durante la conferenza stampa, ce ne sono alcuni relativi gli ultimi istanti di Matteo nella frazione di Rua di Feletto.

Come riferito dalla famiglia, risale alle ore 9.46 del 7 ottobre l’orario in cui il giovane ha utilizzato il cellulare per l’ultima volta. Ora in cui avrebbe consultato Google Maps.

Alle 10 risultava ancora attivo nel territorio di Rua, con l’ultima immagine sgranata di lui (tramite una telecamera di videosorveglianza) risalente alle ore 12.26.

Le Forze dell’Ordine avrebbero interpellato anche l’azienda di trasporti che serve la zona, ma nessun autista avrebbe visto Matteo salire o scendere dai mezzi.

Non è stato qualcosa di organizzato ed escludiamo l’allontanamento intenzionale – il commento di zia Lucilla – ma si è trattato di una serie di movimenti fatti nell’arco temporale di quattro ore: ha girato un po’ per la frazione e un po’ se n’è stato in auto”.

Il nostro timore è che gli possa essere accaduto qualcosa di accidentale – ha affermato la signora, la quale ha voluto fare comunque un appello al nipote – Matteo, se ci senti, sai che noi ti aspettiamo e ti terremo sempre per mano”.

Come ha aggiunto Daniela Ferrari non ci sarebbe “nessuna traccia di un’azione delittuosa da parte di una terza persona”.

Alcune segnalazioni giunte anche da fuori zona, purtroppo si sarebbero verificate inconsistenti.

La raccomandazione resta quindi quella di fare delle segnalazioni che siano concrete e verificabili: chiunque dovesse aver visto Matteo, può contattare il 112 oppure il numero dell’associazione Penelope Veneto, ovvero 338 1122653.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video: Arianna Ceschin)
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