La filastrocca che tutti abbiamo ripetuto da piccoli – «La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte…» – risuona ancora nelle piazze e nei cortili tra Refrontolo, Follina e Conegliano. Anche quest’anno la vecchietta più amata dai bambini, con la scopa, il naso adunco e il sacco pieno di dolciumi, non si è fatta fermare dal maltempo, mantenendo viva una delle tradizioni più radicate dell’inverno veneto.
La pioggia battente ha costretto a rinviare molti Panevin – in gran parte riprogrammati per il 13 gennaio – ma in diversi paesi i falò hanno comunque brillato nella notte dell’Epifania. Accanto al fuoco, tra la legna che brucia e le scintille che si alzano nel buio, non è mancata la Befana in carne e ossa, pronta a distribuire dolcetti e calzette di caramelle, magari con qualche pezzo di carbone per ricordare ai più vivaci che un po’ di monelleria fa parte del gioco. Spesso, dopo aver pensato ai più piccoli, la vecchietta si è concessa anche un brindisi con gli adulti, trasformando la visita in un momento di socialità di paese.
A Refrontolo la Befana è comparsa con il suo aspetto più classico: fazzoletto in testa, abiti d’altri tempi, viso un po’ arcigno e insieme simpatico, come vuole l’immaginario popolare. Ha fatto tappa al Tempietto Spada, dove la Pro Loco, in collaborazione con il Comune, aveva acceso il Panevin, e poi si è spostata all’interno dello stabile vicino, dove era in corso un momento di convivialità. Tra chiacchiere, bicchieri di vino e risate, la distribuzione dei regali ai bambini è diventata l’occasione per salutare amici e vicini, in un clima familiare che è parte integrante dell’atmosfera dell’Epifania.


Una scena molto simile si è ripetuta anche nella frazione di Valmareno, nel territorio di Follina. Qui il Panevin della Pro Loco è stato illuminato dalla presenza della Befana con il cesto di vimini sulle spalle, che si è mossa tra la folla alla ricerca dei bambini a cui lasciare un dono. In mezzo a giacconi, sciarpe e cappellini invernali, la figura della vecchietta è diventata il filo conduttore della serata, richiamando ricordi di infanzie passate e fotografie di famiglia scattate anno dopo anno davanti al falò.
A Conegliano la tradizione ha preso una forma leggermente diversa, ma altrettanto riconoscibile. Grazie alla collaborazione con la sezione Ana locale, la Befana è stata ospite fissa della manifestazione “La Magia del Natale”, rimanendo in via Mazzini da mercoledì fino al pomeriggio dell’Epifania. Seduta su una poltrona, con accanto la sua scopa e il sacco delle sorprese, ha accolto i piccoli visitatori uno a uno, trasformando la via in un salotto all’aperto. In questi giorni sono state distribuite 200 “calze della Befana”, offerte dalla sezione Ana di Conegliano, confezionate dal Gruppo Alpini di Parè e consegnate in collaborazione con la Pro Loco: un lavoro di squadra che rende concreto l’impegno del volontariato locale.
Sempre a Conegliano, un’altra Befana è arrivata nella mattinata dell’Epifania al cinema Cinergia, per un evento solidale organizzato dall’IPA – International Police Association, realtà presente in 62 Paesi e formata da appartenenti alle Forze dell’Ordine, compresi i Vigili del Fuoco. L’iniziativa, guidata dal comandante della Polizia Locale Claudio Mallamace, ha visto anche la presenza del sindaco Fabio Chies, che ha ringraziato sia le Forze dell’Ordine sia il multisala per l’ospitalità. In questa occasione sono state distribuite le classiche calzette ai figli e nipoti degli agenti in servizio e in congedo, ribadendo il valore di una festa che sa parlare anche alle famiglie di chi lavora ogni giorno per la sicurezza del territorio.


Di solito la Befana si calava dall’autoscala dei Vigili del Fuoco, regalando ai bambini uno spettacolo sospeso tra realtà e fantasia. Quest’anno, però, il maltempo ha imposto maggiore prudenza e la tradizione è stata temporaneamente sospesa per motivi di sicurezza. In compenso, i piccoli ospiti hanno potuto entrare in sala e assistere gratuitamente alla proiezione del film di animazione “Wish” della Disney, scelto per il messaggio positivo che porta con sé: l’invito ad avere fiducia nei propri sogni e desideri. In tutto erano presenti circa 200 persone, tra cui i rappresentanti di tre associazioni attive a sostegno dei ragazzi con disabilità, “Amici di Diego Onlus”, “La Margherita” e “Oltre l’indifferenza”, a conferma della dimensione inclusiva dell’iniziativa.
Accanto alle cronache di falò, calze e film d’animazione, resta sempre viva la parte più leggendaria della Befana, quella che le nonne raccontavano ai nipoti nelle sere d’inverno. Una delle storie più diffuse narra che, in una notte gelida, alla porta della sua casetta bussarono i Re Magi, in cammino verso Betlemme per rendere omaggio a Gesù Bambino. Chiesero alla vecchietta di indicare la strada e la Befana puntò loro la direzione giusta, ma non li seguì, troppo presa dalle faccende domestiche.
Poco dopo, pentita di non essersi unita a loro, decise di mettersi in cammino per raggiungerli, senza però riuscire mai a trovarli. Cominciò allora a bussare di casa in casa, lasciando un dono a ogni bambino, con la speranza che uno di loro fosse Gesù. È da questo gesto, ripetuto simbolicamente ogni anno, che nasce l’usanza delle calze appese al camino e dei regali lasciati nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. Ancora oggi, nonostante il passare delle generazioni, la Befana continua a portare nelle piazze e nei salotti sorpresa e magia, ricordando a grandi e piccoli che le tradizioni più semplici sono spesso quelle che riescono meglio a fare comunità.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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