A casa di Bujar, la porta sfondata e socchiusa, la luce accesa: sospesi nell’inquietudine i vicini

La luce ancora accesa all’interno della casa di Bujar

Nonostante la cronaca locale e nazionale, a San Vito di Altivole, in via Lovigioni dove Fandaj Bujar è domiciliato, non tutti i residenti sono ancora consapevoli di abitare vicino al maggior indiziato per il caso di ieri, martedì 19 dicembre, ovvero per il femminicidio di Vanessa Ballan, di 26 anni. “Vuoi dirmi che lui abitava qui dietro?” ci chiedono stupiti, proprio perché negli articoli è sempre stato citato il Comune di Altivole e mai specificato San Vito.

L’appartamento si trova a metà di una schiera di quattro case in una piccola laterale della via al civico 38, dove le serrande sono tutte abbassate: l’appartamento di Bujar ha un piccolo giardinetto, varie piantine in vaso, una bicicletta e altri oggetti, ma si riconosce per il vetro della porta sfondato nella parte inferiore, la porta aperta che lascia intravedere una rampa di scale e una luce rimasta accesa al piano di sopra, in camera.

Le forze dell’ordine, ieri pomeriggio, hanno deciso di irrompere in casa per controllare se l’uomo, resosi irreperibile, fosse tornato a casa. “Ho visto un’auto ferma qui davanti per ore – spiega un vicino – tanto che il mio cane non smetteva di abbaiare. Abbiamo avuto tanti furti da queste parti quindi ci siamo allarmati, ma non sapevamo cosa stesse accadendo”.

Un’altra persona, residente in un edificio vicino, ha raccontato: “Ho sentito un botto e uno schianto, ho pensato a un furto. Ma ho saputo soltanto dopo del fattaccio”. In pochi, tra i vicini (non quelli residenti nelle altre case a schiera), conoscono Fandaj: “È sempre stato un tipo riservato. Non mi ha mai salutato e io non ho mai salutato lui – spiega un residente, – Non stava mai in terrazzo. Non avrei comunque mai pensato che qualcosa del genere potesse avvenire anche in un paesino come il nostro”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati