Negli ultimi 58 anni è stato acceso 57 volte, sempre il 5 gennaio. L’unica eccezione fu a causa di una forte nevicata: per queto non è bastata la pioggia di questa sera, seppur caduta abbondante, a fermare l’accensione del Panevin di Arcade, il più alto della Marca.
“In molti lo hanno rinviato ma noi amiamo le nostre tradizioni” ha commentato dal palco allestito in piazza Vittorio Emanuele III il sindaco di Arcade Domenico Presti prima di ringraziare gli Alpini, con il capogruppo Rolando Migotto e tutte le varie associazioni e corpi d’Arma che hanno partecipato sia all’organizzazione della serata sia per garantire che l’evento si svolgesse in totale sicurezza.
E le quasi duemila persone in piazza hanno dato ragione alla caparbietà degli organizzatori. Alle 20.30, con mezz’ora di anticipo rispetto alla consolidata tabella di marcia, l’arrivo dei Re Magi e la benedizione del fuoco: il tutto accompagnato dalle note della Banda di Pederobba.
Presente, come da tradizione, anche il governatore del Veneto Luca Zaia: sua la prima fiaccola (assieme a quella del sindaco) che ha acceso la paglia posta alla base del panevin. A causa della pioggia il fuoco ci ha messo qualche minuto ad attecchire “ma quello di Arcade brucia ogni anno – commenta Zaia –: questa sera ne ho accesi tre. Certo, la pioggia non ci aiuta, ma piuttosto che si perda una tradizione è meglio che bruci un paese”.
“Faive a sera, de poenta piena a caliera. Faive a matina, ciol el sac e va a farina”, recita il detto popolare che in base alla direzione delle faville del Panevin prevede se l’anno nuovo sarà prospero o meno. E così anche quest’anno le persone presenti in piazza hanno alzato lo sguardo e spostato gli ombrelli per cercare di capire che anno sarà questo 2024. “Quest’anno vanno verso mattina – commenta un anziano tra la folla – bisognerà rimboccarsi le maniche”.
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