Rombo delle moto per l’ultimo saluto a Manuel Bolzonello. Il parroco: “Donati gli organi, così la sua vita continuerà”

L'ultimo saluto a Manuel Bolzonello
L’ultimo saluto a Manuel Bolzonello

Tanta tristezza questa mattina per l’ultimo saluto a Manuel Bolzonello, l’autista e magazziniere della G&G di Montebelluna che ha perso la vita sabato 17 giugno a causa di un incidente stradale in via Cadore a Caerano di San Marco.

Gremita la Chiesa Arcipretale di Caerano, dove si è celebrata la cerimonia funebre per il 37enne caeranese che viveva a Trevignano insieme alla compagna Jessica e alla figlia Giorgia.

Fuori dall’edificio religioso tanti motociclisti hanno portato le loro due ruote che, alla fine del funerale, hanno voluto far rombare per salutare Manuel.

Le comunità di Trevignano e Caerano di San Marco si sono strette attorno alla compagna e alla figlia di Manuel, senza dimenticare la mamma Lorenza, il papà Oronzo, la sorella Monica con Riccardo, la nipote Grace, i suoceri Bruna e Tiziano, il cognato Manuel, le nonne Amelia e Vilma, i nipoti, gli altri parenti, gli amici e tutte le persone che gli hanno voluto bene in vita.

Oltre alla comunità di Caerano, alla Santa Messa erano presenti anche il sindaco di Trevignano Franco Bonesso e l’ex primo cittadino Ruggero Feltrin.

“La morte di Manuel – ha affermato il parroco don Roberto Stradiotto – lascia tanta amarezza. Tutti ci chiediamo perché questo sia accaduto. Ma se lo chiedessi ad ognuno, tutti avremmo risposte diverse. Facciamo fatica ad accettare la perdita di un uomo così giovane. Lui che aveva tanti sogni e progetti per il suo futuro. In particolare la famiglia che si era costruito con Jessica e la figlia Giorgia, che tra poche settimane compirà 3 anni. Aveva la passione per la moto, una passione che fin da giovane portava in sé. Proprio anche attraverso la moto aveva tanti amici, molti oggi sono qui per salutarlo”.

“Tutti portiamo qualcosa di Manuel – continua -. La sua memoria non andrà perduta e ci potrà essere di esempio. Abbiamo delle domande, ci diamo delle risposte ma non basta. Al di là delle domande, che restano come delle ferite aperte che sanguinano, portiamo nel cuore ricordi di bene. Sono come un balsamo sulle ferite che non le tolgono ma ci aiutano a guardarle con verità. Sono frutto della sofferenza umana, perché noi siamo fatti per la vita, non per la morte. Essere qui in chiesa, alla presenza di Dio, è come aprire una finestra di luce sulla stanza buia che è il nostro cuore”.

“Che cos’è questa finestra di luce – prosegue – se non la speranza che abbiamo sentito nel Vangelo? Nulla va perduto. Siamo qui per dire grazie a Manuel per la sua vita carica di bontà, voglia di vivere e di voler bene, quel bene che voi che siete qui potete testimoniare essere uscito dal suo cuore. La famiglia mi chiede di farmi interprete dei loro sentimenti nel dire grazie a tutti voi che oggi siete venuti. Grazie agli amici di Manuel, che hanno condiviso questo tratto di vita insieme, le sue passioni e le sue speranze”.

Grazie a Dio per averci donato questa persona stupenda – conclude -. Il valore della vita non si misura con la lunghezza degli anni. Ho saputo che sono stati donati gli organi, perché la vita spezzata di Manuel possa continuare in altre persone. La speranza per chi ha fede è che lui sia presente nel cielo del Signore che accoglie chi lo ama”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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