La storia del paese attende fiduciosa un riconoscimento al Valore: “Non per il numero di morti, ma per la sofferenza della nostra gente”

La storia di Cavaso del Tomba attende fiduciosa un riconoscimento al Valore

Non le tante medaglie al valor militare cadute all’interno del territorio comunale, non il numero dei morti, non i pennoni del Monte Tomba ma le sofferenze dei civili durante il periodo dei conflitti: in questo sta il grande merito che il paese di Cavaso del Tomba, all’unanimità, chiede di riconoscere alla storia del proprio Comune, che venne fortemente influenzato dagli eventi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.

Sofferenze che non si limitano all’episodio dei Tredici Martiri, dal quale la piazza di Caniezza prende il nome, quando la comunità, dopo la Santa Messa, fu costretta a marciare accanto a tredici rastrellati (e parrebbe da una recente ricerca anche ad altri tre, altrove e in altro modo, per le medesime ragioni): le testimonianze, sia quelle scritte sia quelle di chi a quell’epoca era solo un bambino, descrivono anche un’atmosfera di sfiducia e di astio tra chi supportava la Resistenza e chi invece, costretta dalla paura e dalla violenza, doveva rassegnarsi a dare informazioni.  

E nel dossier si cita: “Se poco o nulla è stato raccontato, se non nell’intimità più segreta del focolare o nel riaccendersi incontenibile della sofferenza sulla soglia della morte la ragione è anche nel carattere riservato e schivo delle genti pedemontane: forse per desiderio di dimenticare i mali visti o commessi, oppure, come racconta ancora Orci (“Santoro”, compianto storico e personaggio locale), per l’arduo impegno di ricostruire e, soprattutto, per non far restar male i vecchi e non intimorire i bambini’ tanto erano indicibili le cose viste e vissute che “certi fati di guerra o “presonia” non sono esposti dove oggi meriterebbero di essere raccontati”.


L’idea di continuare il lungo e complicato percorso che porterebbe all’ottenimento di questo riconoscimento è venuta a Loris Ceccato, consigliere comunale, ha raccolto un gruppo di ricerca composto da dodici persone: professori come Silvio Reato, Alessandro Gatto e l’immancabile Giancarlo Cunial, da Giovanni Ceccato (fratello di Loris) che nel 2014 aveva tentato lo stesso percorso, da appassionati di storia locale, come Noè Zardo, Mauro Salton e il comitato che aveva lavorato per le medaglie agli ex internati, e da rappresentanti delle associazioni d’arma del Comune.

Lavorando negli archivi e con le testimonianze fin dall’autunno dell’anno scorso, nel 2022, il comitato è riuscito a elencare in dieci importanti punti la sofferenza dei cittadini cavasotti  e dei soldati, italiani, francesi e non solo, durante i due conflitti mondiali: ne è uscito talmente tanto materiale che, all’invio della prima richiesta formale al Ministero degli Interni (da parte della Prefettura, che poi seguirà la richiesta per conto del Comune di Cavaso) in risposta è stato chiesto di specificare per quale dei tanti aspetti Cavaso voglia effettivamente essere riconosciuta meritevole.

La prima medaglia d’oro ricevuta su campo, sul fronte del Massiccio del Grappa, durante la Prima guerra mondiale, è quella assegnata ad Alfredo Di Cocco, caduto precisamente sul Monte Tomba. Famiglie con ben 199 cognomi sono emigrate da Cavaso come profughe, anche in Sicilia, per sfuggire agli orrori della guerra, tracciando anche una demografia che da quel periodo si è ripresa debolmente anche durante la ricostruzione.


“Il punto non è il numero dei caduti tra civili e militari: purtroppo, durante quelle guerre i morti sono stati moltissimi ovunque, – spiega Loris Ceccato, – il punto è la sofferenza della popolazione civile, che qui a Cavaso ha vissuto periodi atroci, crudeli e di enorme sfiducia. Così abbiamo indicato i Tredici Martiri, che con questa ricerca si sono rivelati sedici, come immagine simbolo di questa condizione”.


Una volta ottenuto lo sperato riconoscimento, Ceccato assicura di voler consegnare tutto il materiale ritrovato alla cittadinanza, in modo che sia facilmente accessibile a chi vuole ricordare e conoscere la storia locale: “Realizzeremo un archivio digitale, dove andremo a immagazzinare tutte le informazioni e gli interessanti contenuti che abbiamo raccolto con questa ricerca e che, forse, continueremo a collezionare”.

(Foto: per gentile concessione di Mauro Salton).
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