Rolle, in 600 per l’ultimo saluto al “gigante buono” Danny Mattiuz. “Ti aspettiamo come sempre ai piedi del Fadalto”

Oltre seicento tra familiari, amici e colleghi erano presenti oggi al funerale di Danny Mattiuz, il 28enne residente a Zuel deceduto martedì scorso a seguito di un incidente stradale avvenuto nel tratto revinese della Strada provinciale 35.

Una settantina di motociclisti hanno preceduto l’arrivo di Danny. “Non sei mai stato solo nella tua vita”: così il parroco ha accolto il giovane nella chiesa di Rolle.

La liturgia è iniziata con il canto “Cristo risorge, Cristo trionfa, Alleluia”. “Caro Danny sai perché canto? – ha spiegato il parroco -. Non per fare dispetto a qualcuno ma perché so che la vita non muore. Mi costa enormemente ma voglio cantare perché ti so nella fede, nelle braccia del padre di tutti in un’eternità felice. Il ricordo di te diventa per tutti noi una fonte di saggezza nel cammino della vita. Ci aiutiamo a fare tesoro di quanto avviene nella vita. Non facciamo finta che non sia successo niente, rientriamo in noi stessi, riflettiamo, pensiamo, amiamo la vita vogliamo accoglierà come un dono più grande”.

L’arrivo degli amici motociclisti di Danny

“È sceso un grande silenzio sulla vita di tutti tuoi cari, dentro di me e su questi paesani – inizia l’omelia del parroco. Un silenzio che ha bisogno di una luce che illumini il buono della sofferenza, dolore e lutto. C’è bisogno di una parola che profumi di eternità, pace dentro a un cuore turbato di tanti perché. C’è bisogno di vicinanza e condivisione di questo grande dolore soprattutto oltre questo giorno. 

La vita è un tesoro da custodire. Va messo al primo posto il rispetto della vita propria e di quella degli altri. È come un fiore: ha bisogno di cure, attenzioni, protezione e amore. La vita è una grazia, una responsabilità da cogliere, frutto del bene di tutti, è libertà di amare e donare se stessi, un tesoro preziosissimo da cui alimentare il viaggio nella vita ricondendo che è anche imprevedibilità: un attimo e tutto cambia. 

Vado in prestito di parole da una canzone che mi è sempre piaciuta tanto di Fiorella Mannoia: che sia benedetta la vita. Per quanto assurda e complessa ti sembri, la vita è perfetta – continua il parroco -. Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta. Siamo noi che dobbiamo imparare e tenercela stretta. Danny, io ti ho battezzato il 18 dicembre 1994 e oggi ti accompagno in questo viaggio finale della vita. Anch’io tra le lacrime ma con una fede assieme ai tuoi cari in questa assemblea, ti saluto”. 

L’omelia del parroco

Dopo la cerimonia, i presenti si sono riuniti all’esterno della chiesa per i saluti degli amici. Presenti anche il sindaco di Cison di Valmarino Cristina Da Soller e l’assessore Cristina Munno.

“Caro Danny, sembra strano essere qui oggi a scriverti una lettera per salutarti – scrivono i colleghi del giovane – . Sono passati alcuni anni da quando per la prima volta ci siamo incontrati in quella fabbrica e abbiamo condiviso tanti momenti. In breve tempo con la tua simpatia e bontà d’animo, sei riuscito ad instaurare con noi un rapporto che andava oltre all’essere dei semplici colleghi. Ogniqualvolta ce ne fosse l’occasione, non perdevi l’opportunità di fermarti per due chiacchiere o un saluto. Quando volevi farci un dispetto, ti avvicinavi quatto quatto cercando di non farti vedere, bravo talaltro perché non eri proprio invisibile, ed era puntualmente un tremore. 

Non possiamo negare però che non ci fossero delle piccole discussioni tra di noi: infine lo abbiamo sempre saputo che siamo tre teste dure. Propio per questo, nonostante tutto, ci siamo sempre accettati per ciò che siamo anche con i nostri difetti. Ed è così che è iniziato il nostro trio. La sera a fine turno, passavi sempre nel nostro reparto a prenderci per timbrare e uscire assieme: non uscivamo mai da quella porta se non c’eravamo tutti e tre. Gli altri andavano a casa tranne noi che seduti in quel muretto ci perdevamo nelle nostre chiacchiere, confidenze e mille risate lasciando spazio agli immancabili gossip di fine giornata. Adesso non sarà più così. 

Danny, d’ora in poi sarà dura senza di te, sarà dura entrare lì dentro e non vedere la tua testona che spunta tra le macchine o non sentire la tua voce dal tono inconfondibile – continuano – . E ci chiediamo: Ora chi penserà a noi? Chi ci terrà su di morale portandoci le caramelle alla fragola? Chi ci dirà ‘Atu che stea’ quando saremo tristi? Chi ci darà ‘Vara che bel lavoret’ prendendoci in giro quando faremo un lavoro noioso? La risposta a queste domande è semplice: nessuno. Perché tu sarai sempre per noi unico e insostituibile. Vogliamo ringraziarti per i momenti felici e spensierati vissuti assieme, per esserci sempre stato nei momenti bui, per averci reso partecipi di un po’ della tua vita come quando tutti e tre siamo andati a Belluno per prendere il tuo amato Nix. Ma grazie soprattutto per averci permesso di conoscerti nel profondo. Conserveremo questi ricordi con cura e con tantissima nostalgia. Danny siamo un trio no? Per sempre con noi. Ci mancherai, Anci e Sere”.

Il saluto degli amici all’esterno della chiesa

“Nella triste circostanza che ci vede assieme, per salutare un grande amico, vogliamo ricordare la tua capacità di riuscire sempre con poche ma appropriate parole, a definire come esperto qual eri, qualsiasi tema riferito al mondo motociclistico – ha aggiunto un amico motociclista di Danny, portavoce del gruppo – . La tua evidente passione per le due ruote e per la meccanica che derivava dai tuoi studi, portava ad esprimerti con competenza e diventare un punto di riferimento per tutti offrendo a ventaglio una serie di soluzioni possibili quando le discussioni tra appassionati cominciavano a infittirsi. 

In te Danny abbiamo sempre apprezzato un’estrema chiarezza derivante non solo dalla profondità conoscenza, ma anche da un grande amore per la moto. Ci manca già quel tuo modo tecnico e istintivo di parlare di pistoni e cilindri in un contesto dove spesso impera solo la passione. Non esistono parole che possono lenire il dolore per la tua perdita, ma ci piace pensarti già occupato ad organizzare percorsi bellissimi nello spazio infinito assieme ai ritrovati amici motociclisti che ci hanno lascato”.

“La moto che tanto amavi ci ha sempre tenuti uniti in mille e più giri in compagnia con qualche condizione meteorologica anche se sapevamo che con te quasi sicuramente avremo preso pioggia – ha continuano un ulteriore motociclista – . Con la tua passione per i motori sei diventato la nostra enciclopedia, ne sapevi più di tutti noi, ci davi sempre soluzioni e idee. Potevamo contare su di te per qualunque cosa. Ogni tanto capitava che tu fossi di poche parole ma quando parlavi, ti facevi sentire: ridevi, scherzavi molto, eri il nostro gigante buono. Così gigante che mangiavi un sacco e spazzolavi anche quello che a noi avanzava. 

Ti ricorderemo felice, spensierato, un punto fisso per i tuoi amici e per chi ti conosceva. Quante avventure trascorse assieme e adesso Danny? La prossima uscita siamo sicuri che sarai accanto a noi. Ti aspettiamo come sempre ai piedi del Fadalto, pronti a trascorrere una piacevole giornata assieme tra curve, passi e grosse mangiate. Ci sarà sempre una birra in fresca per te. Grazie di tutto, ciao Danny”.

Un rombo di motori delle oltre 70 moto presenti hanno poi salutato per l’ultima volta il giovane Danny.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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