Quel forte attaccamento alla patria: la storia di Antonio Buffon, garibaldino del Cisonese

Ci sono particolari che, in un primo momento non fanno pensare ma, in realtà, nascondono storie e vicende legate al nostro territorio, che non tutti conoscono.

Passeggiando per le varie zone di Artigianato Vivo, manifestazione da poco conclusa a Cison di Valmarino, era possibile giungere nel “Cortivo Buffon”.

Cognome che fu anche quello di un personaggio cisonese che seppe mostrare il proprio coraggio e amore per la patria, in un periodo in cui, anche nelle nostre zone, la libertà non era una cosa poi così tanto scontata.

Si tratta di Antonio Buffon (1841-1905, lo scorso 5 agosto era il 120esimo anniversario della sua scomparsa), valoroso cisonese che tanto fece per la causa garibaldina, distinguendosi nelle varie campagne.

Una figura insigne e non di poco conto, ricercato dalla Polizia austriaca di Venezia, con l’obiettivo di arrestarlo.

Il suo ardore e coraggio fu evidente fin da giovanissimo: a 18 anni era arruolato, dimostrandosi un garibaldino convinto, impegnato nell’arruolare altri volontari.

Ricoprì il ruolo di capitano di battaglione, muovendosi in varie zone dell’Italia e combattendo contro gli austriaci, organizzando anche la banda dei garibaldini a Cison di Valmarino.

Un impegno che venne ampiamente ripagato dopo l’Unità d’Italia, con incarichi variegati nella pubblica amministrazione, da quello di capitano di milizia territoriale a ispettore di pubblica sicurezza, fino a quello di commissario straordinario, lavorando in diverse zone d’Italia.

A questi incarichi lavorativi si affiancarono numerosi riconoscimenti, in ricordo del suo impegno da garibaldino, tra cui quello di Commendatore della Corona d’Italia.

Un uomo animato dal forte attaccamento alla patria che ci insegna come il territorio sia ricco di tesori storici nascosti, tutti da scoprire.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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