“Black, nero come il colore che ingloba tutto, tradizionalmente considerato un concetto negativo, un non colore, il colore del punk e della ribellione, ma concepibile come un contrasto tra vari colori e un dualismo continuo”.
Con queste parole si è aperta Black, una mostra collettiva femminile di fotografia e disegno digitali, inaugurata lo scorso sabato 4 maggio nella chiesa di Sant’Orsola del Castello di Conegliano e aperta fino a domenica 12 maggio. Protagoniste di questa esposizione sono Laura De Martin, Anna Lorenzi e Laura Gatto, le quali hanno dato prova di tre modi differenti di concepire arte grafica e fotografia.
Il percorso, che si snoda tra le stanzette del complesso dell’antica chiesetta, inizia dalle fotografie di Laura De Martin, un tripudio di bianco e nero dove emergono paesaggi urbani e stili architettonici a partire da Conegliano – con un ritratto che immortala il noto artista di graffiti Webster – fino ad approdare alle vie di Napoli, Firenze e Lisbona.
L’intento di De Martin – di professione educatrice e fotografa – è quello di “collezionare istanti particolari”, tramite la ricerca di contrasti nella realtà. “L’arma migliore per imprimerli è sempre stata la fotografia che li rende indimenticabili”, è la filosofia della fotografa, i cui lavori propongono varie sfumature di bianco e nero, con cui “si crea un tempo diverso”.
Se ci si sposta nella sala attigua, invece, lo scenario muta completamente e ci si ritrova in mezzo a varie tipologie di broccoli, cavolfiori, finocchi e altri ortaggi, gli ortaggi dell’orto di un paesino in mezzo ai campi della Marca trevigiana ricordati dalla videomaker Anna Lorenzi.
“L’arte trova il suo posto in mezzo alle erbacce e alle fabbriche, che sia pittura o fotografia”, secondo Lorenzi, ed ecco quindi spiccare negli sfondi neri delle varie istantanee le varie sfumature di colore degli ortaggi, a riprova di quella “fascinazione per la naturale semplicità dei prodotti” suscitata da quell’orto dei ricordi trevigiani. Successivamente, salendo le scale che conducono al piano superiore del complesso religioso, lo scenario cambia nuovamente e il disegno digitale dell’urbanista Laura Gatto, o meglio “LaGat”, troneggia in tutta la stanza.
Gattini, pesciolini, fino ai ritratti non convenzionali della famosa Barbie propongono i loro contorni neri su uno sfondo, stavolta, di un bianco immacolato: è l’effetto della “digital art”, ovvero l’evoluzione dal disegno a penna su carta all’utilizzo di dispositivi tecnologici. I disegni, “ispirati al mondo naturale, prendono forma da un insieme di tratti neri tracciati con decisione e precisione quasi ossessive”.
Una mostra quindi, quella di Laura De Martin, Laura Gatto e Anna Lorenzi, in grado di svelare tutte le possibilità offerte dalla fotografia e dal disegno digitali per esprimere il proprio sentire artistico.
(Fonte e foto: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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