Conegliano, polemica sul recupero delle Fornaci Tomasi. “Grattacieli mettono a rischio riconoscimento Unesco”

Infuria la polemica a Conegliano dopo la diffusione del progetto per la riconversione dell’area delle Fornaci Tomasi in un centro direzionale e commerciale, progetto in realtà già noto da tempo ma che ora pare aver trovato i necessari investimenti per procedere alla fase operativa.

Al centro del dibattito l’imponente edificio che, secondo il progetto, sorgerà lungo via Matteotti: un grattacielo di ben diciannove piani che rappresenterà il fulcro del nuovo polo del terziario coneglianese.

Sul piatto non solo il recupero di un’area da decenni in stato di grave abbandono e la sua riconversione in uno spazio di pubblica utilità, ma anche la tutela delle architetture storiche delle Fornaci, patrimonio di archeologia industriale la cui sorte è stata oggetto di numerosi dibattiti in città (qui l’articolo).

“In una certa misura interventi privati ci vogliono – spiega il capogruppo del Partito Democratico Alessandro Bortoluzzi, tra i primi a portare all’attenzione la questione del progetto – Parte della città ha bisogno di rigenerarsi, ma mi piacerebbe discutere di questo tema, capire cosa intendiamo per paesaggio e sapere cosa la città può avere in cambio dal punto di vista delle opere, oltre a valutare le altre soluzioni possibili“.

Sull’inevitabilità di un coinvolgimento dei privati nel recupero delle numerose aree industriali dismesse della città c’è una generale concordia, ma sul metodo di approvazione dei progetti urbanistici e sull’opportunità di edificare strutture così impattanti sul paesaggio all’indomani del riconoscimento Unesco le perplessità sono diffuse.

Progetto Fornaci Tomasi

“C’è da chiedersi cosa potrebbero dire gli ispettori Unesco – prosegue Bortoluzzi – Questo tipo di interventi possono mettere a rischio il riconoscimento, inoltre dobbiamo chiederci se vogliamo diventare una periferia qualsiasi o se vogliamo veramente scommettere sul futuro del nostro territorio, realizzando quell’idea di eco-sostenibilità invocata spesso nelle conferenze stampa“.

Il pensiero corre di istinto all’edificio costruito al Parcofiore di San Fior, “appena” dieci piani ma al centro di analoghe polemiche e portato ad esempio da molti come caso di “impoverimento” del paesaggio, e c’è anche chi ora guarda con timore al futuro dell’area ex Zanussi di Conegliano e all’impatto che potrebbero avere in quella zona simili iniziative.

L’ex vicesindaco e assessore all’urbanistica Claudio Toppan invita a considerare il progetto nel suo complesso, perché sarebbe “riduttivo parlare della sola torre” e ricorda che seguendo questa strada si arriverà al recupero di una grande area, comprensiva del parco e del laghetto, e delle costruzioni storiche della ciminiera e dei forni Hoffman interrati.

“Noi abbiamo tutt’altra visione dell’edilizia, per noi sono inaccettabili questi 19 piani”, spiega invece il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Albero Ferraresi, che invita a considerare un’idea diversa di sviluppo e riconversione, sfruttando magari fondi pubblici stanziati appositamente per il recupero delle aree urbane.

“Questo è uno dei temi di cui vogliamo discutere in campagna elettorale – prosegue Ferraresi – Dobbiamo abbandonare la visione campanilistica avuta fino ad ora e iniziare a parlare con i comuni limitrofi per simili argomenti, e magari studiare un’idea di collegamento tra le varie zone verdi della città“.

“Ci sono varie idee in campo e noi dobbiamo scegliere la migliore per la città”, conclude Ferraresi.

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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