L’arte della quarantena come ex-voto negli ospedali: le opere dei ceramisti di Scomigo in mostra in piazza Cima

I piccoli ceramisti di Scomigo sono tornati all’Oratorio dell’Assunta in Piazza Cima a Conegliano per la tradizionale esposizione che vede protagonisti gli storici maestri dell’associazione a fianco delle nuove leve.

Nell’anno del Coronavirus la mostra ha assunto però un significato diverso: le opere esposte sono infatti quelle realizzate dagli artisti durante la quarantena e catturano, a tratti esplicitamente e a tratti invece più concettualmente, le paure, le fragilità ma anche la voglia di rinascita provata da tutti noi durante quei mesi di angoscia.

Sono una sorta di ex-voto, spiega Vito Santin, perché rappresentano un ringraziamento espresso “dopo l’assedio a cui la pandemia ci ha costretti” come aveva già fatto la Madonnina di Gianni Da Re, esposta alla chiesetta di San Pierin a Scomigo (qui l’articolo).

Ma se nell’opera di Da Re, che rimarrà esposta a Scomigo a futura memoria, è evidente l’aspetto più religioso, queste ceramiche esprimono anche un debito di riconoscenza nei confronti di chi la pandemia l’ha combattuta in prima linea: il personale degli ospedali locali a cui, alla fine della mostra, verranno donate le opere realizzate dai maestri dell’associazione.

In linea con lo spirito delle ultime mostre dei ceramisti grande spazio è dato alle nuove generazioni di artisti, e infatti l’immagine-simbolo dell’esposizione è di Renza Brugnera, che con la sua “Desolazione” rappresenta una madre mentre culla il mondo e riassume così perfettamente i temi della mostra: il senso di fragilità e la solitudine che ha portato il lockdown, ma anche il desiderio di rinascita che ne è emerso.

Conegliano ceramisti Scomigo4

Sulla parete opposta, Isidoro Dal Col con “Rinascita” riduce all’essenziale questa idea in una visione concettuale e “archeologica” della vita come potenziale da esprimere che resiste nel tempo.

Attorno a questi due estremi, gli altri artisti spaziano da un compianto con protagonisti dei medici a una riproposizione in chiave “Covid” della celeberrima fotografia “Pranzo in cima ad un grattacielo”.

Opere particolarmente significative sono poi quelle realizzate da ragazzi affetti da sindrome di down nei laboratori seguiti da Giuseppe Lorenzet, “ragazzi meravigliosi che non hanno voluto fermarsi”, come racconta il presidente dei Piccoli Ceramisti Renzo Salvador.

“Queste sono opere che portano con se tutta la crisi interiore che abbiamo provato”, spiega il sindaco Fabio Chies, che vede nelle ceramiche esposte all’oratorio una testimonianza importantissima per il futuro.

“Per chi ha vissuto il periodo i sentimenti provati rimarranno scolpiti, ma non tutti riusciamo ad esprimerli. Questi artisti sono riusciti a catturare quei sentimenti e li trasmetteranno alle generazioni future”, ha concluso Chies.

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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