Ieri, lunedì 22 gennaio, è stata notificata la chiusura per sette giorni, con divieto di somministrazione di bevande e alimenti, all’associazione culturale Casablanca, situata a Conegliano in viale Italia 130.
A ufficializzare la cosa è stato lo stesso commissariato di Polizia di Stato e il suo dirigente, Massimo Olivotto (nella foto sotto, al centro), il quale ha spiegato come si tratti dell’esito di “un percorso iniziato mesi fa, a causa della segnalazione, anche da parte dei residenti, di risse e schiamazzi frequenti dentro e fuori dal locale”.
Casablanca è sorto circa quattro anni fa e, diversamente dall’etichetta di associazione culturale presentata sulla carta, coinvolgerebbe avventori diversi dal ruolo di semplici soci: dalle indagini della Polizia è emerso che l’accesso all’interno di Casablanca non sarebbe aperto a chiunque volesse farsi socio, ma riguarderebbe un ristretto numero di persone. Casablanca è guidata da A.H., una signora di origine magrebina e residente a Conegliano, classe 1966.
Il procedimento non è stato semplice e, come ha specificato Olivotto, non dev’essere inteso come un “risultato terminale”, bensì come un’azione per una zona da sempre monitorata e sulla quale rimane alta l’attenzione.
I primi episodi di rissa si sono registrati a partire dal 17 luglio 2016, poi nell’agosto dello stesso anno e fino al 2017, con interventi risalenti agli scorsi mesi di agosto, ottobre e novembre.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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