Non si arrendono amministratori e condomini dello Shopping center di Conegliano, impegnati nella loro battaglia per “ripulire” l’area del Biscione da degrado e malintenzionati, e riconquistare un barlume di serenità: è quanto emerso dall’incontro pubblico organizzato nella serata di ieri, lunedì 23 maggio, all’auditorium “Dina Orsi”, per parlare di sicurezza al Biscione, un’area che pare essere al momento il “nervo scoperto” della città.
L’incontro era iniziato con tutti i migliori presupposti ma, ben presto, sono emersi due fronti contrapposti, ovvero da un lato condomini e amministratori dello stabile preoccupati, e al contempo arrabbiati per la situazione di disagio attuale, e dall’altro il Comune impegnato a difendere il proprio operato e gli sforzi finora profusi per arginare la situazione.
All’incontro è stato convocato tutto il consiglio comunale, di fronte al quale l’amministratrice Olivetta Gerometta ha premesso che l’iniziativa non aveva finalità politiche o strumentalizzazioni tra gli obiettivi, ma solamente la spinta a dire “no alla rassegnazione”: “Bisogna agire”, ha ribadito.
Alla platea in sala sono state quindi mostrati foto e filmati relativi ai progetti realizzati in questi ultimi due anni: “Ci siamo rimboccati le maniche con dei progetti, vi mostriamo le immagini di un percorso sudato e impegnativo”, hanno affermato i rappresentanti del condominio, facendo presente, al contempo, quanto la presenza di soggetti poco raccomandabili nella zona, protagonisti di video “musicali” discutibili, stia mettendo a repentaglio tutti gli sforzi finora compiuti.
Alla richiesta di maggior sicurezza del Biscione è seguita una cronistoria fornita da Luigi Tesser, del gruppo dello Shopping center, sulle presunte mancanze da parte dell’amministrazione e del primo cittadino, entrambi rei, a suo dire, di non aver fornito risposte e assicurato presenza in determinate occasioni e in relazione a problematiche specifiche.
Un resoconto che non è risultato gradito ai rappresentanti dell’amministrazione in sala, in primis all’assessore al Turismo Claudia Brugioni la quale ha interrotto il racconto, obiettando come mancasse un contraddittorio e quanto, in ogni caso, quella non fosse la sede opportuna per concretizzarlo. L’assessore, spalleggiata dagli altri amministratori pubblici, ha quindi invitato l’interlocutore ad attenersi all’argomento al centro dell’incontro.
“Era quello che volevo dimostrare, che manca la capacità di ascoltare. La verità fa male ma non è un dolore inguaribile, basta ravvedersi e mettersi sulla retta via” è stata la replica di Tesser, con tanto di applauso di pubblico, un pubblico che per il resto della serata non ha nascosto i propri malumori sulla vicenda in questione.
“Quello che lei dice è una cosa che si può risolvere chiamando gli uffici (e non in un incontro pubblico), per capire la motivazione dell’assenza di un funzionario comunale alla riunione di condominio, dove tutto risultava già deciso – ha replicato il sindaco Fabio Chies, ricordando le iniziative fatte, dalle mostre all’Innovation Lab, fino al caso del controllo di vicinato che da Campolongo si sta allargando in tutta la città e citando alcuni fatti di cronaca che avrebbero riguardato Treviso, a suo dire spesso e volentieri messa a paragone con Conegliano – Penso si stia lavorando insieme per trovare una soluzione e credo che la situazione sia migliorata molto. Non sono venuto qui per litigare o fare polemica. Non basta parlare, ma le cose vanno anche risolte”.
A quel punto è intervenuta di nuovo Gerometta, riconoscendo la paternità delle mostre patrocinate dal Comune, ma facendo altrettanto presente la necessità di “un controllo continuo” in zona.
“Riteniamo giusto e utile venire convocati. Non pretendiamo di avere le risposte in mano, ma vogliamo collaborare. Io vorrei fare altre mostre, ma ci sono delle avvisaglie per cui qualcuno non le vuole più fare – ha aggiunto Gerometta, citando il caso delle guardie giurate, ovvero di persone esterne che avrebbero fatto un resoconto sulla situazione di degrado e pericolosità dell’area -. In quell’area c’è una distorsione del concetto di ‘luogo pubblico’. Credo che anche le Forze dell’ordine, che ringrazio per il lavoro svolto, siano però ormai stanche di dover continuamente intervenire là. Vorrei capire qual è la difficoltà di mettere un controllo continuo”.
Se da un lato l’assessore alle Politiche giovanili Gianbruno Panizzutti ha ricordato le iniziative lì svolte, tra cui l’inaugurazione tra pochi giorni di un punto di coworking, dall’altro Brugioni ha assicurato sulla consapevolezza di quanto lo Shopping center sia una “location di interesse” su cui investire, spiegando che “a chi propone eventi a Conegliano, il Biscione viene proposto come prima scelta” e definendo la zona un “covent garden naturale”. Il vicesindaco Claudio Toppan, invece, ha fatto riferimento al calo di organico che riguarderebbe i reparti delle Forze dell’ordine, tra Conegliano e Treviso.
Il primo cittadino ha inoltre annunciato il progetto di identificare in città delle aree Daspo, richiamando anche il compito primario delle famiglie nel dare delle regole alle nuove generazioni: “Purtroppo combattiamo contro una società dove non ci sono regole”, ha affermato.
Argomentazioni, però, che non hanno convinto i residenti, compresi gli abitanti dell’adiacente piazza Calvi, i quali hanno raccontato la presenza di “vomito e bottiglie rotte”, citato l’assenza di telecamere nella stessa piazza Calvi, dove da mezzanotte alle sei si assisterebbe al viavai di gente, a loro dire discutibile, a causa della presenza di un club privato.
“D’estate io dormo con le finestre chiuse e i tappi alle orecchie. I nostri immobili si sono svalutati. Non vi stupite se ogni due vetrine, una è vuota. Un insieme di cose scoraggiano dal vivere in centro”, ha affermato un residente. “Chi ha dato la licenza per l’apertura di un club privato, che lavora da mezzanotte alle sei del mattino? Noi non dormiamo” è stata la protesta di un’altra abitante di piazza Calvi.
“Chiedevamo solo sicurezza e non ho mai sentito parlare di questo, ho sentito solo scuse”, è stata l’esternazione di un’altra signora dal pubblico. “L’interlocutore ha la sensazione che non si voglia prendere il toro per le corna”, è stato l’affondo del consigliere di opposizione Alessandro Bortoluzzi.
A dare conferma di come al Biscione ci sia un problema effettivo è stata anche Debora Basei, nota in città per le iniziative di riuso creativo con il progetto “Ricreiamo Conegliano” e fautrice, tra le varie cose, delle mostre realizzate proprio allo Shopping center, che hanno coinvolto scuole del territorio e realtà come Savno: “Dovremmo fare una mostra che inizia a luglio e continua fino a novembre, però si rischia che non venga fatta perché Savno mi dice che anche gli operatori iniziano ad avere paura e a non voler andare a raccogliere i rifiuti al Biscione. Non possiamo aspettare tanto, ma unire i progetti per quell’area: bisogna che ci diamo dei tempi”.
“Avevo pensato alla possibilità di avere i militari in zona e dalla Prefettura mi hanno fatto sapere che per questo è necessario presentare un progetto di ‘area sensibile’ – ha proseguito Basei -. Faccio un appello affinché possiamo muoverci in questo senso”.
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