A meno di un mese dalla sua partecipazione al Sahara Racing Cup, l’avvocato coneglianese Francesco Aliprandi ha raccontato la propria esperienza affrontata con la figlia nel deserto, a bordo di una Fiat Panda.
Si tratta di un’iniziativa sportiva a risvolto solidale, con un supporto concreto nel dare aiuti umanitari e che prevede un percorso da ben 2 mila chilometri tra le dune, a bordo di una Panda.
Quest’anno la competizione si è svolta dal 25 al 30 aprile e Aliprandi, prima della partenza, ha salutato l’amministrazione comunale direttamente in piazza Cima (qui l’articolo).
Un’esperienza, quella condivisa con la figlia che, seppure con tutte le difficoltà del caso, rimarrà sicuramente un ricordo indelebile.
“È stata un’esperienza splendida in tutti i sensi – ha raccontato Francesco Aliprandi – Soprattutto al momento iniziale abbiamo avuto grossissime difficoltà ad andare avanti, a fare le tappe, a uscire dalla sabbia, tanto che al primo giorno volevamo addirittura ritirarci, perché non riuscivamo ad andare avanti”.
“Poi siamo stati spronati dall’organizzazione a non mollare e siamo riusciti ad arrivare fino alla fine, a portare la macchina a casa sana e salva, – ha proseguito – a piazzarci in 19esima posizione su 37: è stata anche un’esperienza di vita per mia figlia, su quanto non ci si debba arrendere al primo ostacolo, ma faticare, impegnarsi e riuscire ad andare avanti. La soddisfazione è stata alla fine amplificata: è stato bello”.
Nello “scrigno dei ricordi” che l’avvocato coneglianese e la figlia si sono portati a casa da tale esperienza, ce ne sono sia di positivi che di negativi, secondo il racconto dello stesso Aliprandi.
“La seconda prova speciale è stato il momento più brutto, proprio perché ci bloccavamo sulla sabbia a ogni chilometro: ci abbiamo messo 8 ore per fare la prova, quando gli altri ci avevano impiegato la metà – ha proseguito – Siamo rimasti un’ora e mezza bloccati nel deserto e sono venuti a cercarci, perché si era alzata una tempesta di sabbia”.
“Il ricordo più bello è stato quello dell’ultimo giorno – ha continuato – Nell’ultima prova bisognava fare una salitona per arrivare a un altipiano: quasi tutti quelli che erano davanti a noi si bloccavano e non riuscivano ad andare su, mentre quando è toccato a noi siamo riusciti ad arrivare fino in cima“.
Conclusa questa esperienza nel Sahara, ora lo sguardo dell’avvocato coneglianese è rivolto alle prossime competizioni sportive.
“Quando siamo tornati a casa mia figlia ha già iniziato a programmare le cose da migliorare per il prossimo anno – ha concluso – Molto probabilmente torneremo il prossimo anno e a ottobre c’è un’altra gara, sempre fatta per le Panda, tra Spagna e Marocco: è più impegnativo come tragitto, con tappe più lunghe per 3 mila chilometri e arrivo a Marrakech. Lì invece parteciperò con uno dei miei due figli”.
(Foto: per gentile concessione di Francesco Aliprandi).
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