Ieri, giovedì 23 aprile, nella festa di san Giorgio il parroco don Brunone De Toffol, il sindaco Mattia Perencin e un parrocchiano che porta il nome del santo, Giorgio Sartori, si sono recati a pregare sul luogo, ora privato, dove sorgevano la chiesa e il cimitero dedicati a questo santo caro ai Longobardi (qui il video).
“Abbiamo pregato per il personale sanitario, i medici e i ricercatori che si donano per debellare il coronavirus e ogni tipo di malattia – afferma don Brunone -, ma anche per i giovani coraggiosi che lottano per dare un senso alla vita senza cedere alle facili illusioni”.
“Con la benedizione dell’Eucaristia nel piccolo ostensorio e la preghiera al santo patrono degli ordini cavallereschi – prosegue il parroco -, abbiamo affidato tutta la popolazione di Farra e del mondo a san Giorgio. Abbiamo ricordato tutti i cari defunti di questo momento doloroso“.
San Giorgio è sempre stato invocato contro la peste e tutti i mali che assalgono l’umanità. Il drago che usciva dal lago della sua città di Lydda, in Palestina, è infatti simbolo di tutti i mali che infestano le città e “divorano” uomini e donne spezzando tante vite umane, deboli e fragili come la principessa che lui stesso salva. San Giorgio liberò così, da umile cavaliere e valoroso giovane cristiano, tutto il suo paese dalle paurose insidie e dalle fauci focose della terribile minaccia.
“La chiesa di san Giorgio, che stava andando in rovina e di cui si trova attestazione nei documenti fin dal 1326, fu purtroppo demolita con campanile e cimitero nel 1938” precisa don Brunone.
Il parroco di Farra e Soligo conclude con un’anteprima: “La comunità di Farra è in attesa che torni restaurata, nella chiesa arcipretale, la stupenda pala del pittore Francesco Beccaruzzi (1492-1563), ora nel laboratorio-scuola di restauro Engim di Monticello Conte Otto (Vicenza). E’ proprio quella che apparteneva all’antica chiesa di san Giorgio martire ed è datata 1542″.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Parrocchia di Farra di Soligo).
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