Luoghi “dimenticati”, oggi, ma che un tempo avevano un’importante funzione per la comunità. Ai giorni nostri, invece, molti di questi edifici storici sono trascurati e o addirittura ignorati.
Quando al contrario meriterebbero un’appassionata riscoperta, la stessa che tenta di fare questa rubrica – ribattezzata appunto “Luoghi dimenticati” – che riprende fedelmente quella di Eventi Venetando, promossa dal Consorzio Pro Loco Quartier del Piave.
In questa seconda puntata, a cura di Francesca Girardi, Pro Loco Valmareno, ci occupiamo della chiesa campestre dei Santi Giacomo e Filippo di Valmareno, che sorge su una piccola altura fra Cison e Follina, suggestiva e ben visibile. La sua posizione, a ben guardare, sembra strategica, perfettamente in linea con il castello di Cison, Follina, il campanile della parrocchiale di Valmareno e le Fratte.
Le prime testimonianze documentarie risalgono però soltanto al XV secolo ma non escludono l’importanza del luogo. La più antica menzione si trova in un documento del 1423 redatto presso l’abbazia di Follina e attualmente conservato presso l’Archivio Diocesano. Si tratta della consacrazione dell’altare, di cui proprio nell’attuale mese di maggio ricorrono e vengono festeggiati i 600 anni.
Possiamo provare a immaginare il vescovo di allora, Antonio Correr, che consacrava il piccolo altare, benedicendolo e concedendo altresì un’indulgenza di 40 giorni. Il documento ci inforna che erano presenti in quel momento anche il priore del monastero follinese, Andrea sacrista della chiesa cattedrale di Ceneda, Lorenzo cappellano del vescovo, il sacerdote Matteo cappellano della chiesa di Santo Stefano di Farra, il notaio ser Pantaleo e Giovanni figlio del defunto Francesco della Valmareno ed ulteriori testimoni.
Nel corso del Seicento l’originaria ara in pietra è stata coperta da un pregevole altare ligneo realizzato presumibilmente dalla bottega dei Ghirlanduzzi, con inserita una bella pala in cui è stata raffigurata la stessa chiesetta. Il piccolo campaniletto reca invece la data del 1725, mentre il porticato è più recente.
Pare che sul prato antistante già dalla fine del Quattrocento venisse celebrata la festa dei santi titolari nei primi giorni del mese di maggio e questa tradizione si è mantenuta fin al giorno d’oggi, pur cambiando nelle modalità. Mancano ancora diversi tasselli per ricostruire la storia di questo piccolo oratorio, punto di sosta dei tanti fedeli che giungevano dall’Alpago e dal Vittoriese per recarsi in pellegrinaggio a Follina.
(Autore: Venetando)
(Foto: Eventi Venetando)
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