Questa mattina, venerdì 21 giugno, si è tenuta l’inaugurazione della nuova ala della casa di riposo “Umberto I” di Montebelluna.
Presenti il sindaco Adalberto Bordin, l’assessore regionale alla sanità e ai servizi sociali Manuela Lanzarin, i consiglieri regionali Sonia Brescacin e Marzio Favero, il consigliere provinciale Claudio Sartor, l’onorevole Marina Marchetto Aliprandi, il parroco Monsignor Antonio Genovese, diversi sindaci, amministratori e autorità militari del territorio, il presidente dell’Ipab Umberto I Vincenzo Casa, il segretario direttore Marco Giacon, il personale e i pazienti della casa di riposo insieme ai loro familiari.
Sono 2.710 i metri quadrati di superficie della nuova ala del Centro di Servizi per anziani di Montebelluna Umberto I che, dopo un percorso di 41 mesi di progettazione e lavori, è pronta per accogliere 52 ospiti non autosufficienti in 27 stanze e spazi comuni distribuiti su tre piani.
Le funzionalità di ultima generazione contribuiranno a migliorare gli aspetti della residenzialità e della cura, ma anche dell’attività del personale.
Durante la cerimonia inaugurale sono stati coinvolti gli ospiti Maria Antonello, che ha letto una lettera, e Bruno Zanotto, che ha partecipato al taglio del nastro.
“Oggi – afferma l’assessore Lanzarin – sappiamo che abbiamo una popolazione che invecchia in maniera molto forte con un’aspettativa di vita molto più lunga. Famiglie più fragili che hanno bisogno di essere accompagnate e che i propri cari siano presi in carico in strutture di protezione. La nuova ala dell’Umberto I va proprio in questa direzione: nuova logistica e nuovi spazi attrezzati anche per quelli che sono i bisogni della popolazione anziana. Saper rispondere anche alle possibili emergenze, pensiamo al Covid che ci ha insegnato a progettare e programmare in maniera diversa”.
“Credo che qui – continua – ci sia anche la necessità di mettere insieme la presa in carico dell’anziano fragile accanto al proprio domicilio, vicino ai propri familiari, con una presa in carico continuativa e con un centro pluriservizi che possa quindi dare sia la residenzialità ad alta intensità, ma anche la semiresidenzialità con i posti per i centri diurni e quelli anche con la protezione per persone con demenza e Alzheimer che, lo sappiamo, hanno bisogno di spazi protetti e attrezzati”.
“È chiaro – conclude – che rimane anche per queste strutture il problema del personale. Anche loro, come noi nel sistema sanitario, hanno difficoltà a reclutare infermieri e operatori socio-sanitari, ma c’è un lavoro e un tavolo, anche regionale, grazie al quale ci stiamo confrontando su questa materia”.
“Un ulteriore servizio di eccellenza per la nostra città – commenta il sindaco Bordin -, ma anche per tutto il comprensorio. Un lavoro moderno di efficientamento energetico, una nuova ala moderna e confortevole per gli ospiti che qui possono sentirsi a casa. Tutto ciò è stato possibile grazie ad una collaborazione tra enti: il Comune di Montebelluna, la casa di riposo, alla quale va il mio ringraziamento (al cda odierno e a quello precedente), alla Provincia di Treviso e alla Regione Veneto che ha finanziato cospicuamente questo intervento”.
“Per me – conclude -, devo dirlo anche egoisticamente, è una giornata speciale perché mia nonna è stata per tanti anni volontaria qui in casa di riposo. Lei ci ha lasciati qualche mese fa. Sicuramente, nonostante la calura estiva, le sarebbe piaciuto essere presente oggi. Quindi un ricordo personale del sindaco va anche a lei”.
“Il progetto – riporta il presidente Casa – nasce dal desiderio di offrire alla comunità un luogo in cui i nostri anziani, oltre a trovare una vera e propria famiglia, possano essere accolti e risiedere in una casa moderna e funzionale, che risponda ai loro bisogni di accudimento, relazionali e sanitari. Il progressivo invecchiamento della popolazione e proprio i conseguenti bisogni che scaturiscono da questo cambiamento sociale impongono infatti ai Centri di Servizi come il nostro di cercare soluzioni sempre più evolute, che mettano ancor di più l’ospite al centro delle progettualità anche dal punto di vista strutturale e architettonico”.
“Il progetto di ampliamento del nostro Centro di Servizi – aggiunge il segretario direttore Giacon – si ispira a un modello innovativo, non di tipo ospedaliero, ma che parta dalle fragilità dell’anziano residente per creare un ambiente familiare, che valorizzi le individualità per garantire al meglio il rispetto delle autonomie e della persona, con la sua storia e i suoi desideri”.
Il concetto ispiratore è quello di spazio terapeutico, in grado di stimolare le capacità residue degli ospiti.
Oltre ai luoghi della privacy, la nuova ala conta ambienti di aggregazione polifunzionale, nonché spazi protetti all’aperto per persone con patologie di decadimento cognitivo.
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