“La città che vorrei”, la città immaginata dai bambini del centro estivo che si sta svolgendo al MeVe

Si è conclusa venerdì scorso la terza delle cinque settimane di “Child Room”, i centri estivi organizzati dal Comune di Montebelluna al MeVe e al Museo civico.

La partecipazione è sta quasi sempre al limite della capienza delle due strutture, con grande soddisfazione per i percorsi educativi e la qualità delle proposte, nonostante tutti i limiti imposti dall’attuale emergenza sanitaria.

“I musei di Montebelluna sono luoghi privilegiati per far crescere le nuove generazioni con quella sensibilità e capacità critica che sarà loro necessaria per progettare in futuro un mondo migliore di quello che stiamo lasciando loro in eredità”, commentano gli organizzatori.

“I bambini – dice l’assessore alla cultura, Debora Varaschincome sempre stupiscono e insegnano con la loro purezza di pensiero e sono riusciti a far riflettere noi adulti. Da questo loro straordinario lavoro, la volontà di lasciarlo al MeVe per 15 giorni, perché tutti possono vedere come il mondo visto con gli occhi di chi ancora non conosce influenze sia di straordinaria bellezza”.

L’attività che si è svolta la scorsa settimanaal MeVe, dal titolo “La città che vorrei”, ha coinvolto 21 bambini delle scuole primarie, divisi in tre gruppi, che hanno realizzato in alcune sale del MeVe tre città ideali e che rappresentano il culmine di un percorso educativo e creativo durato una settimana.

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I principi della Costituzione italiana, la storia dell’Unione Europea, la comunicazione non ostile e l’insegnamento dei diritti e dei doveri di ogni cittadino si sono trasformati in giochi cooperativi, accolti con entusiasmo e creatività dai piccoli partecipanti. L’attività vuole anche offrire una risposta educativa alle nuove linee ministeriali, che hanno introdotto l’Educazione civica come materia con voto.

Le tre città ideali accolgono anche luoghi simbolo del territorio, quali l’Abbazia di Nervesa e il Monte Grappa, e che lasciano spazio ai sogni dei più piccoli. Resteranno allestite all’interno del MeVe per altri 15 giorni.

“La decisione nasce per dare riconoscimento e voce al lavoro e ai progetti dei bambini, integrandosi perfettamente nella mission del MeVe, che nasce per riflettere su come il passato e i suoi conflitti possano diventare un monito per immaginare nuovi percorsi futuri”, spiegano dal MeVe.

Le tre città saranno visibili all’interno del percorso negli orari di apertura del MeVe: giovedì-venerdì dalle 14 alle 18 e sabato-domenica dalle 14 alle 19.30 e le varie tappe del progetto possono essere esplorate nella pagina facebook del MeVe.

Anche le attività condotte dal Museo civico in queste settimane che hanno portato alla realizzazione da parte dei bambini di installazioni (dedicate per esempio alla rivoluzione delle piante e al valore della conoscenza per la conservazione del nostro ambiente per una migliore qualità di vita) si possono vedere nelle tante e suggestive foto raccolte nella pagina facebook del museo.

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: Comune di Montebelluna).
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