Montebelluna, oltre trenta assalti ai bancomat in Veneto, Friuli e Trentino: banda di giostrai condannata a quasi 50 anni di carcere

Erano accusati di avere messo a segno, nel 2019, oltre trenta assalti ai bancomat tra il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige. Ora, il Tribunale di Padova ha condannato la “banda dei giostrai” a quasi mezzo secolo di carcere.

Il pubblico ministero Benedetto Roberti aveva chiesto condanne per 56 anni, accolte quasi in toto dai giudici che hanno inflitto una pena di 14 anni di reclusione a Jody Garbin, 35enne di Ponzano Veneto, considerato l’artificiere della banda, specializzato nella realizzazione delle “marmotte” esplosive usate per far saltare i bancomat.

Condanna a 12 anni e 5 mesi per il fratello Emanuele Garbin, 47 anni di Trevignano, a 11 anni per Vivian Jhony Garbin, 24enne di Caerano San Marco, a 10 anni e sei mesi per Maicol Major, 38enne di Vedelago, e a un anno e 3 mesi per il padovano Luca Marcato.

I Garbin e Major erano accusati di associazione a delinquere finalizzata ai furti aggravati e detenzione e porto di materiale esplosivo. L’accusa era di furto aggravato per i presunti complici. Gli assalti erano stati messi a segno nel corso del 2019 a Trevignano, Coste di Maser e Casella d’Asolo, ma anche nelle province di Padova, Rovigo e Belluno e, fuori regione, nell’Udinese e in provincia di Trento.

La banda era finita in manette nel settembre del 2019, dopo un blitz dei Carabinieri che perquisendo le abitazioni degli imputati avevano recuperato passamontagna, arnesi da scasso e utenze telefoniche. I militari arrivarono anche con le ruspe, e scavando nel giardino di Garbin a Ponzano recuperarono una scatola contenente 130 mila euro in banconote.

Mentre a casa di Major erano stati trovati, dentro una finta tubatura di scarico, oltre 60 mila euro, un normografo e alcune lettere adesive per modificare le targhe delle auto usate per i colpi.

Negli stessi giorni, dal Belgio, erano arrivati cinque ordini di arresto europeo per analoghi colpi che sarebbero stati commessi nella zona di Charleroi, a carico di Radames Major, il padre di Manuel, il 37enne ucciso dal vigilante Massimo Zen nel 2017 mente fuggiva da un assalto a un bancomat.

Sarebbe stato lui il capo di una banda che avrebbe agito in trasferta e della quale avrebbero fatto parte anche il genero Jody Garbin, il fratello Vivian Jhony Garbin, Gjarvjs Major e Maurizio Brusadin.

Nel febbraio 2020 Radames Major, Gjarvis Major e Maurizio Bruseghin erano stati consegnati alla polizia federale belga all’aeroporto di Milano Malpensa e si trovano ora reclusi nelle carceri belghe, dove potrebbe essere trasferito presto anche Johny Garbin, che, già sottoposto agli arresti domiciliari, è stato arrestato oggi su mandato europeo.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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