Un percorso naturalistico che attraverserà 22 Comuni trevigiani per un totale di 135 chilometri: 68 nella destra Piave, 67 nella sponda sinistra del fiume. Un viaggio magico che partirà da Segusino e arriverà alle Grave di Papadopoli, tra Cimadolmo, Maserada e Spresiano.
Tutto questo è la nuova pista ciclabile La Piave, trait d’union tra quella già esistente nel Veneziano e ad una più complessa ipotesi bellunese. Un investimento da 2 milioni e 200 mila euro finanziati per il 60 per cento dalla Regione Veneto e per la restante parte dai Comuni del Bim Treviso percorsi dalla stessa.
I lavori a Vidor sono iniziati nel gennaio di quest’anno ma, dopo sei mesi, nella Sinistra Piave l’unico tratto ben curato e concluso sono i pochi chilometri che collegano lo “sghirlo” di Vidor con l’Isola dei Morti a Moriago della Battaglia.
Questa parte della ciclabile è ben tracciata e la sede stradale è costituita da uno strato compatto di circa 8 centimetri ricoperto da ghiaino. Gli altri tratti della ciclabile, invece, non sono in buone condizioni, come la zona tra il ponte di Fener, San Vito di Valdobbiadene, località Montagnola e Bigolino, dov’è difficile orientarsi in assenza di adeguata cartellonistica, oppure il tratto fra Moriago e Sernaglia della Battaglia passando per l’oasi naturalistica delle Fontane Bianche.
Lo stato dell’arte è stato motivata da Luciano Fregonese, presidente del Consorzio Bim Piave Treviso, che è l’ente capofila del progetto: “Alcuni tratti della pista ciclabile sono stati lasciati in sospeso perché, a breve, partiranno i lavori di bonifica bellica su tutto il tracciato”.
Una misura precauzionale necessaria visto che anche nei giorni scorsi nel greto del Piave, nei pressi di Bosco di Vidor, sono state fatte brillare due bombe della Grande Guerra rinvenute a Crocetta del Montello e Vidor.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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