Il mondo classico con la sua mitologia saranno al centro dello spettacolo “Achille e gli altri. Rapsodia di eroi”, che andrà in scena giovedì 3 aprile alle 20.30, al Teatro Careni di Pieve di Soligo.
Lo spettacolo, già andato in scena lo scorso 19 marzo al Teatro Del Monaco di Treviso, si presenta come una rappresentazione innovativa e, per molti versi, di rottura, reinventando la narrazione mitologica attraverso suoni, immagini e parola, trasformando il teatro classico in un luogo di sperimentazione visiva ed emotiva.
Un’iniziativa che rientra all’interno del Festival di Teatro Classico Mythos 2025 e narra la vicenda di Achille ed Ettore, nel loro confronto finale (Iliade XXII).
Due personaggi che si propongono quali stereotipi delle figure di tutti gli eroi facenti parte dell’aristocratico ed esclusivo mondo dei guerrieri omerici.
Nel futuro nuovi eroi saranno santi e martiri, che nulla hanno a che fare con l’eroe del mito, con quella che l’eroe classico definiva come la “bella morte”, dove la fine diventa rito, l’unico antidoto alla caducità umana, occasione superlativa in cui, in una sorta di “rovesciamento paradossale”, la morte non è più ciò che dissolve la persona, ma la formidabile macchina dell’immortalità che porta all’affermazione delle virtù eroiche.
Un racconto di amore e morte, di sfide e duelli, un racconto di guerra, quella della presa di Troia, ma anche di tutte quelle che seguiranno, dove si perpetua la stessa prassi, trasformando la fine del racconto in un rito collettivo nel quale ognuno di noi può riconoscersi.
Lo spettacolo reinterpreta, nella scrittura originale di Giovanna Cordova, il testo omerico, rompendo gli schemi con una messa in scena all’avanguardia, in cui il linguaggio teatrale si intreccia con quello cinematografico: “Teatro e cinema rappresentano due modi diversi di ‘raccontare’, – spiega Cordova – ma complementari, con una resa finale che metterà lo spettatore nella condizione di scoprire una visione altra dello spettacolo e del racconto”.
Un operatore video, in presa diretta, restituirà una prospettiva alternativa della scena, offrendo agli spettatori la possibilità di cogliere le emozioni più intime dei personaggi, con l’uso dei primi piani, o amplificando particolari del gesto e del movimento.
Una macchina narrativa complessa, ma di grande impatto visivo, quella adottata da Giovanna Cordova, a cui contribuiscono l’operatore video Daniel Bertacche, Andrea Santini e Gigi Funcis per la regia video, mentre Gianluca Ciccolini firma il disegno luci ed Eleonora Biasin la scenofonia.
Accanto ai giovani attori di Tema Academy, Caterina Simonelli (attrice, regista e drammaturga diplomata alla Scuola del Piccolo di Milano diretta da Luca Ronconi) sarà la “voce della regia” e, come tale, dialogherà direttamente con il pubblico.
A rendere l’esperienza ancora più immersiva sarà la colonna sonora, composta ed eseguita dal vivo dal maestro Attilio Pisarri con un ensemble di sette elementi (Attilio Pisarri chitarra e live electronics; Giacomo Berlese tastiere; Andrea Lombardini contrabbasso; Andrea De Marchi percussioni; Martina Baratella violoncello; Debora Giacomelli viola; Eleonora Biasin voce, tutti insegnanti dell’Associazione Manzato).
“Le musiche da me composte formano un corpus in 13 movimenti, seguendo il testo dell’originale e innovativa rilettura omerica ideata da Giovanna Cordova – spiega il maestro Pisarri, autore delle composizioni -. Li eseguirà dal vivo un settetto assolutamente inedito, che fonde il classico e il moderno. Tre archi (viola, violoncello e contrabbasso) insieme a chitarra baritona, percussioni e tastiere, con la voce come trait d’union e come rimando alla forma musicale orale, in cui l’opera veniva originariamente tramandata. Tredici movimenti che descrivono e accompagnano altrettante scene e momenti salienti della rappresentazione”.
Un elemento scenografico centrale, che nelle coreografie di Silvia Bennett prenderà vita nel movimento degli attori in scena, sarà la scultura vitrea, “Il sasso dell’anima” dell’artista giapponese Ritsue Mishima, dando corpo a un inedito incontro tra arte contemporanea e mito.
Si farà simbolo dell’anima di quegli eroi “cangianti”, come il vetro, evocandone fragilità e potenza.
Oltre al valore intrinseco dell’opera, fortemente permeata di riferimenti al nostro presente, “Achille e gli altri” rappresenta un’importante novità della quarta edizione del festival, ideato e organizzato dall’associazione Tema Cultura di Treviso, con la collaborazione del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. Con questo primo titolo, infatti, “Mythos” diventa un centro di produzione dedicato alla drammaturgia contemporanea, esperimento che sarà riproposto nelle edizioni successive.
Dopo la rappresentazione al Careni di Pieve di Soligo, proseguirà anche al Teatro delle Maddalene di Padova (9 aprile) e al Museo Gypsoteca Antonio Canova di Possagno (27 giugno). Il circuito delle tre sale segna un’altra innovazione dell’edizione 2025 del festival Mythos, con la creazione di una rete territoriale a livello regionale, grazie al lavoro condiviso con il Teatro Stabile del Veneto Teatro Nazionale.
A rendere possibile l’intero progetto di Tema Cultura è un gruppo di partner prestigiosi, tra cui Regione Veneto, Provincia e Comune di Treviso, il gruppo “Classici Contro” dell’Università Ca’ Foscari – Dipartimento Studi Umanistici di Venezia, l’associazione musicale “Francesco Manzato” e altre istituzioni, Banca Prealpi SanBiagio.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Comune di Pieve di Soligo)
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