È morto lo scorso 9 luglio, all’età di 91 anni, Giovanni Bortot, partigiano durante la guerra di Resistenza ed ex deputato della Repubblica per due legislature consecutive, dal 1968 al 1976.
Nato a San Fior il 14 ottobre 1928 da una famiglia di agricoltori originari del bellunese, Bortot ha avuto una lunga storia di militanza politica, prima nel Pci e in seguito nel Partito Democratico, e ha anche ricoperto ruoli amministrativi nel comune di Ponte nelle Alpi, di cui è stato sindaco, assessore e consigliere comunale.
A piangerlo non solo tutta la politica del bellunese, dove ha passato la maggior parte della vita, ma quanti lo ricordano come un esempio di impegno civile e sociale: tra le sue battaglie i numerosi disegni di legge a favore di minatori e operai edili, lavori che lui stesso fece dopo la guerra, e l’impegno per la ricostruzione delle comunità colpite dal disastro del Vajont. Tra i suoi meriti la modifica della legge sulla silicosi, malattia polmonare che tipicamente colpisce i minatori.
La difesa dei lavoratori e del territorio sono stati i capisaldi della sua attività politica, ma anche dopo l’uscita di scena dall’attività legislativa non è venuta a mancare l’attenzione per i più deboli: si ricorda in particolare la decisione di Bortot di devolvere parte della sua pensione da parlamentare alla casa di riposo di Ponte nelle Alpi.
Le esequie si svolgeranno in forma civile, nel pomeriggio di oggi, martedì 14 luglio, nell’ex Casa Rossa di Ponte nelle Alpi, dove verrà allestita la camera ardente dalle 15 alle 18.
Giovanni Bortot lascia la moglie Beppina e la figlia Tiziana.
(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
#Qdpnews.it
