Smart working dal parrucchiere: tra un taglio e una tinta, una mail e una fattura, a Crevada si lancia un nuovo trend

Ufficio in salotto, ufficio in cucina, ufficio in camera da letto e, da qualche giorno, il trend suggerisce anche il salone del proprio parrucchiere come luogo ideale per lavorare.

L’idea nasce da un noto parrucchiere di Crevada che ha pensato di allestire la propria saletta riservata in modo da permettere anche questo servizio.

Gli ingredienti necessari non sono poi molti, una buona connessione, un computer e una “scrivania temporanea” e per incentivare la produttività una musica rilassante: il risultato è un luogo accogliente e allo stesso tempo stimolante e formale, che si avvini quanto possibile al canonico ufficio.

Lo smart working, che in questo periodo ha raggiunto anche quei settori in cui non era mai stato contemplato, e che ha fortemente stravolto le regole di comunicazione professionale, ha aperto nuovi scenari in cui è concesso e, anzi è di moda, stilare fatture, compilare moduli, studiare documenti, discutere progetti mentre un parrucchiere ci taglia i capelli o ci fa la tinta.

“Questa mattina mi ha chiamato una cliente che lamentava il fatto di non poter venire a farsi la tinta perché impegnata in smart working – spiega Antonio, titolare di un salone a Crevada – Io le ho semplicemente risposto che può farlo da noi”. Così la cliente è venuta, si è lasciata fare tinta e taglio senza dover interrompere i suoi impegni lavorativi.

Suo figlio Niccolò, che molto spesso si sposta tra Roma e Milano per frequentare dei corsi di aggiornamento, non è nuovo a questa pratica, diffusa anche in tempi non sospetti: “In città sono molti i professionisti che vanno a lavorare nei bar, nei parchi pubblici e anche nei saloni di bellezza. In questo modo molti imprenditori e imprenditrici indaffarati iniziano a lavorare ben prima di arrivare in ufficio. Probabilmente siamo i primi nella zona a farlo, ma nel mondo non è certo una novità”.

Il covid ha fortemente colpito il settore della cura alla persona: chiusi per molti mesi durante la prima ondata e ora costretti a lavorare solamente con i clienti del proprio comuni lamentando grosse perdite di fatturato e ristori insufficienti.

“Anche noi abbiamo dovuto adeguarci ai vari cambiamenti – conclude Niccolò – e pensiamo che anche solo il fatto di lavorare mentre qualcuno si prende cura di te possa in qualche modo aiutare a superare questo momento complicato per tutti”.

In un futuro ideale in cui il mondo del lavoro si rinnova con una spinta ancora maggiore e un ancor più largo coinvolgimento di professionisti in questo territorio, il modello di smart working applicato al tempo libero, alla cura della persona e all’ottimizzazione dei tempi potrebbe sostenere un ritmo di produttività record: in questo caso, tutto dipenderà dalla capacità di concentrarsi sul lavoro pur trovandosi fuori dall’ufficio.

(Fonte: Simone Masetto © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di un lettore).
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