Colori e musica dal mondo per la 13° Festa dei Popoli

La festa dei popoli a San Vendemiano

In un periodo storico segnato da conflitti e da profonde difficoltà nel dialogo interculturale, la Festa dei Popoli di San Vendemiano ha assunto quest’anno un significato particolare, mostrando la bellezza di un confronto tra abitudini e usanze differenti.

L’esibizione del Brasile

L’appuntamento con cibi, sapori, oggetti e colori dal mondo è andato in scena sabato scorso, richiamando un ampio pubblico, che non si è tirato indietro nel provare pietanze diverse da quelle ordinarie.

Suggestivi i costumi e i tanti colori che, a ogni angolo, si potevano vedere nel corso della manifestazione, senza contare le esibizioni che, tra stili e balli differenti, hanno saputo coinvolgere l’intero pubblico, dai più grandi fino ai più piccoli.

Ad accogliere la 13esima edizione della manifestazione sono stati gli spazi interni ed esterni dell’Oratorio San Giovanni Paolo II di San Vendemiano, con stand culturali, musica dal vivo, balli popolari e folklore, per un viaggio tra le diverse culture.

Non è mancato un momento dedicato alla cucina tradizionale messicana e alla biodiversità e neppure agli stand gastronomici, con piatti tipici di Kenya, Senegal, Cina, Messico, Filippine, Perù, Brasile e Puglia.

La performance del Burkina Faso

Ma non erano solamente questi i territori rappresentati durante la kermesse e i vari gruppi non hanno smesso di mostrare i propri costumi, raccontando storie e particolari a essi collegati.

“Noi abbiamo indossato i costumi che utilizziamo solitamente durante la festa di ringraziamento del Santo Niño: si tratta di una delle feste più importanti per noi, che continuiamo a celebrare anche qui, in Italia – ha spiegato, ad esempio, il gruppo delle Filippine – I nostri costumi riproducono anche i colori della nostra bandiera”.

Particolari, ad esempio, i ventagli fatti a mano del Ghana, con i loro colori sgargianti, dal giallo, fino al verde e all’azzurro, che hanno conquistato l’occhio del passante.

E sempre in tema di colori, non sono passati inosservati quelli utilizzati per i costumi del gruppo della Bolivia: “Sono quelli indossati dalla popolazione che abita le nostre montagne – ha raccontato il gruppo – I tessuti sono fatti a mano, ricavati dalla lana di pecora”.

“I nostri costumi contengono messaggi trasmessi di generazione in generazione e ogni Comune ha un tessuto differente, che lo contraddistingue e lo rende riconoscibile – hanno aggiunto – La stessa cosa vale per le bande che circondano i nostri cappelli”.

Gli abiti della Romania, invece, sono più tradizionali, con tinte che sposano tra loro il bianco e il rosso.

La Romania con i suoi balli popolari

Particolarmente apprezzato anche il banchetto del Marocco, dove anche a tarda sera sono proseguite le richieste di sorseggiare il tipico tè alla menta, che riporta ai sapori tipici del deserto.

Svariate le esibizioni proposte sul palco della Festa dei Popoli: dalle atmosfere iconiche della Cina, fino alla musica travolgente del Brasile, senza dimenticare il ritmo contagioso del Burkina Faso, solo per citare alcune delle performance assaporate dal pubblico.

“Il nostro è un ballo iconico, un inno all’ottimismo e alla speranza – ha spiegato il gruppo del Brasile – Crediamo nell’importanza della fede come stimolo di guida, che consente di andare oltre gli ostacoli”.

Una manifestazione che, tra balli e colori, ha quindi colto l’occasione per lanciare dei messaggi positivi.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video: Arianna Ceschin)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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