È stata inaugurata questa mattina la “Scuola bombardieri del re”, il nuovo museo comunale definito dal sindaco Riccardo Szumski, “unico al mondo”. La cerimonia, che ha avuto luogo questa mattina alle ore 10 alla tenuta Borgoluce in Mandre di via Marconi, ha visto la partecipazione di oltre 500 persone e numerosi esponenti politici e militari, accorsi per celebrare la realizzazione di questo progetto.
Aperta dai saluti e dai ringraziamenti della principessa Trinidad di Collalto, tra le proprietarie della tenuta, la cerimonia d’inaugurazione è proseguita con le parole del sindaco Riccardo Szumski: “È una giornata particolare per me, l’amministrazione comunale, la mia squadra e la proprietà la famiglia Collalto, che hanno deciso di concederci lo spazio per quella che è stata un’idea particolare. Abbiamo deciso di sfruttare non solo la location splendida di questa tenuta, ma un’idea più ampia ovvero, nelle sfide di questi tempi, riscoprire la nostra storia locale, che è anche degli altri territori, delle altre persone e che va oltre il nostro essere santalucesi. E da questo abbiamo deciso di recuperare un patrimonio anche monumentale del nostro Comune”.
“Non siamo né migliori né peggiori di altri – ha proseguito il primo cittadino – ma siamo fieri di essere qui e soprattutto di aver dimostrato di saper fare le cose, che non vuol dire solamente essere incaricato di un progetto per una remunerazione, ma far propria quell’idea. Abbiamo avuto il sostegno delle associazioni anche da fuori Comune, dalle autorità militari; da Roma a Torino ci hanno prestato dei pezzi unici sulla fiducia di un’idea: hanno sentito pulsare il cuore e la volontà di realizzare qualcosa di unico. Questo è un luogo per i nostri avi, riscoprire la storia senza demagogia che ci porta un valore magico per tutti. Ancora una volta- conclude il sindaco – abbiamo dimostrato che questi sono fatti no ciacoe”.
A seguire, Domenico Presti, sindaco di Arcade e delegato dal presidente della provincia a presenziare la cerimonia, il quale ha parlato di “un regalo per la comunità trevigiana e di una meta per i turisti. Dopo un’esperienza ventennale come carabiniere sento che questo museo ci aiuterà anche a riappropriarci del valore della patria, riconoscersi in una bandiera per degli ideali che oggi mancano, e la Provincia è grata per tutto questo”.
Segue l’intervento dell’assessore del turismo della Regione Veneto, Federico Caner: “La provincia di Treviso è sempre più in crescita sul fattore del turismo: l’obiettivo è far conoscere il nostro territorio con tutte le frecce del suo arco, che per noi sono le colline, l’enogastronomia e la storia locale. Borgoluce in questo senso è un’azienda che fa didattica: con questo museo sarà possibile recuperare un’identità importante per i veneti e i nostri figli, perché è importante che abbiano radici solide per il futuro – e, rivolgendosi agli alunni presenti in sala, – studiate la storia e la cultura locale ma guardate al futuro con entusiasmo e innovazione”.
“Un anno di lavoro – così inizia l’assessore al turismo di Santa Lucia, Luca Bellotto – per realizzare un’idea. Chi entrerà qui, deve abbassare il ‘ritmo’ e immaginare cosa si faceva qui. Devo ringraziare tutti quelli che ci hanno permesso di realizzare questo progetto: gli artigiani, gli alpini, i posatori, le associazioni, i musei che hanno prestato gli oggetti, la famiglia Collalto per questi 500 metri quadrati in cui noi siamo ospiti e tutti coloro che hanno contribuito”.
Curatore della mostra è Bruno Marcuzzo: “Di solito i musei nascono intorno alle collezioni, qui invece è stato il contrario e per ciò che ha riguardato la storia di questo luogo dobbiamo fare la differenza fra raccolta e racconto. La narrazione in questo museo è infatti specifica, completa di inizio-sviluppo-fine, correlata della storia della bombarda e della Grande Guerra, aperta, inclusiva… perché anche coloro che verranno dall’estero capiranno che ciò che è raccontato qui, tocca anche loro. È unica, per i pezzi raccolti qui e il fatto che non esistono precedenti in tutto il mondo, saziante, bivalente, partecipata ed interpretativa”.
A chiudere la cerimonia, Andrea Inpiombato Andreani, progettista e autore dell’allestimento: “Siamo partiti dagli occhi degli allievi bombardieri, dove si possono vedere la paura, le emozioni, l’orgoglio che li contraddistingueva. Abbiamo quindi cercato di rendere il percorso il più emozionale e interattivo possibile, in modo che sia anche una scuola didattica tutta da vivere. Per realizzare tutto ciò – conclude – sono state necessarie oltre 3.200 fasi di lavoro fra chiamate, messaggi, mail, confronti che però sono stati costruttivi e hanno realizzato quest’idea”.
La Scuola bombardieri del re, sita al pianterreno dell’ex Caserma Mandre (questo il nome nel 1916), ospita numerosi reperti e pezzi unici di assoluto interesse storico: oggetti provenienti da musei, donazioni (fra cui una lettera della stessa famiglia Szumski), persino una bombarda letteralmente unica al mondo, da oggi presente a Santa Lucia. Inoltre il percorso è arricchito di foto e testimonianze dei protagonisti che vissero in prima persona quei luoghi, sia in formato didascalico che in forma testuale per tutti coloro che, seguendo i consigli dell’assessore Bellotto, vogliono immedesimarsi nella storia e nel contesto di quei luoghi.
Il museo sarà aperto ogni domenica pomeriggio dalle ore 15 alle 19 (prossimamente sul sito del Comune di Santa Lucia di Piave verrà pubblicata anche la programmazione completa e finale degli orari di apertura); si consiglia la visita a gruppi di massimo 20-25 persone. Sarà inoltre possibile ascoltare l’audioguida del museo sul sito (qui).
{cwgallery}
(Fonte: Thomas Zanchettin © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
#Qdpnews.it