A Segusino si lavora senza sosta da quattro giorni consecutivi, nella zona industriale è una corsa contro il tempo per salvare ciò che il Piave ha risparmiato la notte tra lunedì 29 e martedì 30 ottobre.
A parte una ditta nella quale il sotterraneo rimane allagato, l’acqua è stata rimossa e adesso i titolari delle fabbriche stanno ripulendo dal fango gli ambienti interni ed esterni grazie all’aiuto di tanti amici e volontari. Anche i tecnici di Alto Trevigiano Servizi stanno lavorando duramente nell’area allagata del depuratore comunale per ritornare al più presto alla normalità.
È stato chiuso anche il sottopasso della discordia (nella gallery, la prima foto), che collega viale Italia con i vicini campi coltivati bypassando viale Europa. Dopo l’imprevedibile alluvione si è corsi ai ripari, visto che la Cimolato snc e il depuratore comunale sono stati sommersi da oltre due metri di acqua e fango proprio a causa di quel sottopasso.
L’acqua del Piave ha raggiunto facilmente la zona industriale di Segusino tramite questa “corsia preferenziale” ma, in realtà, il vero problema è a monte. Il “responsabile” del disastro, infatti, è l’argine: troppo breve secondo il sindaco Gloria Paulon. Uno spesso muro costruito dopo l’alluvione del 1966, che si interrompe meno di un chilometro prima della Cimolato, al livello dello spaccio Calzedonia-Intimissimi.
La soluzione al problema sarebbe semplice: allungare l’argine e farlo arrivare dopo la cava, mettendo così in sicurezza l’intera area industriale di viale Europa. Una proposta dell’amministrazione Paulon arrivata al Genio Civile quest’estate, che è rimasta inascoltata fino a martedì scorso, quando il disastro era già avvenuto.
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(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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