Il 5 aprile 1925 si è tenuta la prima celebrazione nella nuova chiesa di Falzè di Piave ricostruita dopo la sua distruzione durante la prima guerra mondiale. L’amministrazione Comunale per ricordare questo evento ha organizzato un concerto per domenica 6 aprile alle ore 17 che si terrà all’interno della chiesa stessa. Si esibirà la Piccola Orchestra Veneta insieme al Coro di Stramare, con il Maestro concertatore Giancarlo Nadai. Saranno suonati brani di don Mansueto Viezzer di cui ricorre il centenario dalla nascita, che ha insegnato musica anche alle scuole medie di Sernaglia.
Nell’intervallo fra la prima e la seconda parte del concerto, il dott. Reffo presenterà il filmato realizzato per la “Via degli Artisti” da Bags4Dreams, che illustra le opere pittoriche realizzate dal pittore Giuseppe Modolo all’interno della chiesa.
«È con grande emozione che celebriamo il 100° anniversario della prima celebrazione nella chiesa di Falzè di Piave, simbolo di rinascita dopo la distruzione della Grande Guerra – afferma il sindaco di Sernaglia, Mirco Villanova -. Questo concerto è un omaggio alla nostra storia e alle persone che hanno contribuito a preservare la nostra identità. Ringrazio la Piccola Orchestra Veneta, il Coro di Stramare e il Maestro Nadai per la loro arte, e il dott. Reffo per valorizzare il patrimonio artistico locale».
Note storiche sulla Chiesa
La chiesa di San Martino Vescovo si trova nella frazione di Falzè di Piave. Falzè fu un borgo molto popolato ed attivo durante i secoli passati, grazie alla sua vicinanza ai luoghi utilizzati da chi attraversava il fiume Piave. Una prima chiesa intitolata a San Martino, databile intorno al Quattrocento, venne costruita molto vicina al fiume. Al momento non sono pervenute altre informazioni a riguardo, forse è andata persa a causa dei mutamenti del letto del fiume.
Una seconda chiesa venne realizzata durante il Cinquecento in un terreno più lontano rispetto al fiume. Dalla chiesa di San Martino Vescovo dell’epoca dipendevano due oratori campestri: quello di Santa Maria de Beccari a Chiesuola ora Oratorio di Sant’Antonio e quello intitolato a San Michele Arcangelo che in passato veniva chiamato Capella Plebis Solici.
La vecchia chiesa di San Martino dipendeva dalla pieve di Soligo ed era legata nominalmente ai Conti Collalto. All’epoca, all’interno dell’edificio vi era una pala raffigurante San Martino, San Giuseppe, San Giorgio e la Madonna. Questa si trovava dietro l’altare maggiore ma venne distrutta o trafugata durante i bombardamenti della Grande Guerra. Vi erano anche due altari minori con alcune tele raffiguranti sul lato destro il Santissimo Rosario e sul lato sinistro i Santi Sebastiano e Carlo con la Madonna. Si presume che la parrocchia venne istituita prima del Seicento ma non vi è una data certa al momento.
Una terza chiesa, quella attuale, venne realizzata dopo la Prima Guerra Mondiale tra il 1923 ed il 1925 su progetto dell’architetto Domenico Rupolo. La decisione di dove costruire il luogo sacro fu difficile e travagliata. Venne realizzata lungo una strada posta più a nord rispetto alla precedente che porta a Sernaglia della Battaglia. All’interno dell’attuale edificio troviamo tre navate che ospitano uno dei più importanti interventi di Giuseppe Modolo. Quest’ultimo fu un pittore molto attivo all’epoca della ricostruzione postbellica nelle chiese del Quartier del Piave e qui dimostrò di saper organizzare compositamente gran parte della superficie muraria della chiesa. Le stazioni della Via Crucis, altro bell’esemplare di arte, coniugano l’iconografia tradizionale con immagini che rinviano ai moderni calvari della Prima e Seconda Guerra Mondiale.
Note biografiche su don Mansueto Viezzer
Ordinato sacerdote nel 1950, don Viezzer si dedicò con passione allo studio della musica prepolifonica e del canto gregoriano sotto la guida di Luigi Mantegani. Studiò pianoforte con Luigi Pavan e approfondì armonia e composizione con maestri del calibro di Gabriele Bianchi, Bruno Coltro e Wolfango Dalla Vecchia.
Nel 1958 ottenne il diploma in pianoforte presso il Conservatorio di Udine, seguito nel 1964 dal diploma in composizione al Conservatorio di Venezia. Il suo talento lo portò a insegnare armonia e contrappunto al Conservatorio di Vicenza dal 1970 al 1977 e a proseguire la sua carriera accademica nei conservatori di Ferrara e Venezia, dove fu docente fino al 1995.
La sua influenza come didatta segnò intere generazioni di musicisti, trasmettendo non solo conoscenze tecniche, ma anche una profonda visione artistica e spirituale della musica.
Don Mansueto Viezzer fu un autore prolifico, capace di combinare tradizione e innovazione. La sua produzione comprende oratori, composizioni sinfoniche, musica sacra e da camera. Il suo linguaggio musicale, caratterizzato dall’uso della grande orchestra con organo solista, tastiere, nastro magnetico e cori, rappresenta una sintesi originale di ricerca espressiva e spiritualità profonda.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Giancarlo Nadai)
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