Prendiamola con Filosofia. La domanda: Che cosa è “questo”?

Quarta puntata della nuova rubrica di Qdpnews.it – Quotidiano del Piave, “Prendiamola con Filosofia”: accompagnati dal professor Simone Ferraro del Collegio vescovile Pio X di Treviso proseguiamo il viaggio a puntate alla scoperta di questa disciplina antica e fondamentale, quanto mai preziosa in questi tempi contrassegnati da cambiamenti (iper)veloci e a volte contraddittori. Buona lettura!

Nelle scorse tappe abbiamo visto come la filosofia nasca da uno stato d’animo fondamentale: la meraviglia. Quella sensazione di stupore, quasi un sussulto, di fronte a qualcosa che ci colpisce. Qualcosa che magari è sempre stato davanti a noi e che non abbiamo mai considerato, ma che all’improvviso per qualche motivo cattura la nostra attenzione, e ci meraviglia.

Ma cosa succede dopo che ci siamo meravigliati? La meraviglia, da sola, non basta per mettere in moto il pensiero. È certamente il punto di partenza, ma il combustibile che avvia il motore della filosofia sono le domande che scaturiscono da quel sentimento.

Facciamo un esempio. Immaginiamo di trovarci di fronte a un oggetto che crediamo di conoscere molto bene: uno smartphone. Lo usiamo per chiamare, messaggiare, navigare sui social, scattare foto… Insomma, lo diamo per scontato e ci limitiamo a usarlo. Non c’è niente di sbagliato in questo, è il modo in cui viviamo la quotidianità. Ma il filosofo non si accontenta dell’apparenza e vuole andare oltre, chiedendosi: che cosa è “questo”? Che cosa è uno “smartphone”?

Nel porre questa domanda, noi riconosciamo la nostra ignoranza. Capiamo subito che non bastano gli svariati usi che ne facciamo per rispondere pienamente. La domanda filosofica è radicale: ci spinge a esplorare “questo” da ogni punto di vista possibile, andando oltre il sapere pratico.

Ci porta ad esempio a interrogarci sul sapere tecnico-scientifico: “Di cosa è fatto? Come funziona? Quali leggi fisiche sono in gioco? Come avviene la trasmissione del segnale?” E non solo. Ci spinge anche verso un sapere più propriamente umano: “Che cosa è questo per me? Che impatto ha nella mia vita? Quanto contribuisce alla mia libertà e autonomia di pensiero?”

Insomma, per mantenere viva la meraviglia, non possiamo accontentarci di risposte scontate o superficiali. La domanda filosofica cerca di cogliere l’essere profondo di ciò che interroga, la sua “verità”. Non si tratta solo di capire cosa fa o di cosa è fatto uno smartphone, ma “cosa significa” che “questo” oggetto esista, e quale sia la sua relazione profonda con una realtà fisica più ampia e con la nostra stessa esistenza. È così che la filosofia ci porta a non dare nulla per scontato e a esplorare il perché delle cose, non solo il loro cosa.

Insomma: se siamo disponibili a farci meravigliare, la prima cosa che sorge spontanea è chiederci: “che cos’è questo?”. Ecco, la filosofia prende questa semplice quasi infantile domanda e la eleva a un metodo, a uno strumento di indagine profonda.

Ad inaugurare questo metodo della filosofia è stato in particolare Socrate, che proprio per questo motivo è tra le personalità più note e importanti della Filosofia, insieme al suo discepolo, Platone. Nei suoi scritti, Platone ci racconta di un Socrate che tormentava i suoi concittadini con domande apparentemente semplici: Che cos’è il coraggio? Che cos’è la virtù? Che cosa è la giustizia? Con queste domande Socrate spingeva le persone a interrogarsi su ciò che realmente credevano di sapere. Queste si limitavano a portare esempi di comportamenti coraggiosi, virtuosi o giusti. Esempi concreti, ma Socrate non si accontentava delle apparenze e insisteva, perché voleva capire più in profondità. Ad esempio: non quali comportamenti siano giusti ma la natura stessa della giustizia, ovvero ciò che rende giusto qualsiasi comportamento giudicato tale: da chiunque e in ogni tempo e indipendentemente dal contesto in cui si realizza.

Insomma: la domanda “Che cosa è questo?” è il primo, fondamentale passo per avviare una ricerca filosofica. Ma porre la domanda non basta: bisogna anche voler cercare la risposta. Ed è qui che entra in gioco la decisione di impegnarsi in questa ricerca, che sarà il tema del prossimo video.

Abstract

Dopo aver stabilito che la filosofia nasce dalla meraviglia, il video spiega che il motore che la fa procedere sono le domande. A partire da un esempio pratico, come l’uso di uno smartphone, il video mostra come il filosofo vada oltre la conoscenza pratica, ponendosi una domanda radicale: “Che cosa è questo?”.

Questa domanda, apparentemente semplice, spinge il filosofo a riconoscere la propria ignoranza e ad avviare un’indagine profonda che tocca vari livelli di conoscenza, da quello tecnico-scientifico a quello più propriamente umano. Non si tratta solo di capire come funziona, di cosa è fatto o a cosa serva un oggetto, ma cosa significa e quale senso abbia per la nostra vita.

Il video identifica in Socrate il principale esponente di questo metodo. Con le sue domande insistenti su cosa sia il coraggio, la virtù e la giustizia, Socrate spingeva i suoi concittadini a superare gli esempi concreti per cercare la natura profonda di ciò che rende un comportamento giusto, virtuoso o coraggioso.

In sintesi, la domanda “Che cosa è questo?” è presentata come il primo, fondamentale passo della ricerca filosofica, un’indagine che spinge a non dare nulla per scontato e a cercare la “verità” oltre le apparenze. Il video si conclude anticipando che mettersi in cammino per rispondere a questa domanda richiede una decisione e un impegno, tema della prossima lezione.

La parola ai filosofi: Aristotele

“Tutti gli uomini per natura desiderano conoscere. Segno ne è l’amore per le sensazioni. Infatti […] esse sono amate per sé stesse, e più di tutte le altre, quelle della vista. Non solo, infatti, al fine dell’azione, ma anche quando non dobbiamo compiere nulla, preferiamo il vedere a tutti gli altri sensi. E la ragione è che esso più di tutti gli altri sensi ci fa conoscere, e ci rende manifeste molte differenze.”

Aristotele ci ricorda che la conoscenza è un desiderio innato dell’essere umano. La vista, in particolare, è amata perché ci rivela le “molte differenze” della realtà. Questo è il punto di partenza: notare le distinzioni, le particolarità, e da lì, la necessità di domandarsi “che cosa è questo?”, per capire non solo che cosa vediamo, ma perché è così e qual è la sua natura più profonda. La domanda è il primo passo per trasformare una semplice sensazione in conoscenza.

Domande per la riflessione personale

Prova a prendere un oggetto comune che hai intorno a te (es. una sedia, una penna, una pianta) e poniti la domanda “Che cosa è questo?” in senso filosofico, cercando di andare oltre la sua funzione pratica o la sua semplice apparenza. Quali nuove riflessioni emergono?

Qual è stata l’ultima volta che ti sei interrogato/a sul significato profondo di qualcosa che solitamente dai per scontato? (es. “Che cos’è l’amicizia?”, “Perché il tempo scorre in avanti?”)

Ti senti più incline a porre domande o a cercare risposte immediate? Credi che ci sia un valore nel non avere subito una risposta?

(Autore: Simone Ferraro)
(Foto e video: Mihaela Condurache)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Related Posts