Uno dei temi più discussi di questi ultimi mesi è l’avvento del 5G, termine acronimo di 5th Generation e con cui si indica la nuova e quinta generazione delle tecnologie di comunicazione elettronica in mobilità. Attualmente vede formarsi schieramenti opposti a proposito dell’installazione di antenne, di sperimentazioni e rischi per la salute.
La tecnologia 5G promuoverebbe una velocità di connessione maggiore di quelle attuali e abiliterebbe anche una serie di nuovi servizi nell’ambito dell’“Internet of Things”, come quelli relativi alla mobilità, alla gestione della logistica, al monitoraggio ambientale e delle infrastrutture, alla telemedicina, all’agricoltura, alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
Questa nuova tecnologia prevede un utilizzo di onde elettromagnetiche di elevata frequenza, e ciò comporterebbe dunque l’installazione di numerose antenne. Quella che può essere considerata una “proliferazione” di antenne è una delle cause principali di una grande preoccupazione nella popolazione, che teme quindi rischi ed effetti nocivi per la salute connessi appunto alle emissioni elettromagnetiche del 5G. Ad oggi, però, la ricerca risponde a queste preoccupazioni rassicurando la gente e facendo notare che non vi è alcuna evidenza scientifica della sua pericolosità.
Il tema del 5G ha ovviamente interessato in larga misura anche il territorio dell’Alta Marca: i consigli comunali si sono riuniti nelle scorse settimane e la maggioranza di questi ha detto “no” alla sperimentazione entro i confini degli stessi municipi perchè riscontrano troppa fretta e scarse informazioni sul tema.
A luglio, poi, la nota dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), in cui sono state chiarite le competenze dei Comuni: come si legge nella delibera, “ai comuni è richiesta la fondamentale competenza di pianificazione urbanistica degli impianti” e, in ottemperanza all’articolo 8 della legge n.36/2001 comma 6, “i comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.
In altre parole, è stato reso noto che il Comune non ha la possibilità di vietare l’installazione delle antenne, pena il ricorso al Tar e il pagamento danni dei grossi fornitori del servizio, ma che si auspica un contributo da parte dell’Ente nella pianificazione urbanistica, affinché non si verifichino divari nella localizzazione delle antenne.
In ogni caso, molti Comuni del territorio hanno voluto stipulare un patto d’intesa, per disciplinare e coordinare l’avvento della nuova tecnologia 5G.
Ai Comuni, dunque, non resta che attenersi alle prescrizioni di Anci e Governo e archiviare la questione dell’autorizzazione all’installazione delle antenne all’interno del proprio territorio, fino a prossime conferme o smentite da parte della scienza e possibili iniziative promosse in materia dell’esecutivo nazionale.
(Fonte: Beatrice Zabotti © Qdpnews.it).
(Foto: web).
#Qdpnews.it