Cesana Malanotti, Casa Fenzi e Da Lozzo Dalto tra le case di riposo più esposte al Covid dopo la mappatura dell’Ulss2

La mappatura della case di riposo, dove erano emersi dei casi di Covid-19, effettuata dall’Ulss2 si è conclusa e ha interessato circa 57 strutture: tra le case di riposo risultate più esposte al Coronavirus ci sono il Cesana Malanotti di Vittorio Veneto, Casa Fenzi di Conegliano e la residenza Da Lozzo Dalto di Santa Maria di Feletto.

A tal proposito il direttore generale dell’Ulss2 Francesco Benazzi ha tranquillizzato sul fatto che si sia creata una collaborazione tra i medici coordinatori dell’azienda sanitaria e i medici di medicina generale delle strutture coinvolte, i quali osserveranno quelle che sono le linee guida nazionali e le circolari regionali per la gestione della situazione sanitaria.

Lo stesso Benazzi ha specificato come non siano tuttavia emerse criticità ulteriori rispetto a quelle già note.

In tutto sono state 57 le residenze per anziani controllate, da cui è emerso come la positività si aggiri nel complesso tra il 14 e il 19 percento: in 15 strutture non è emersa alcuna positività tra gli ospiti, mentre altre 28 non hanno registrato nessun caso tra gli operatori. Sul fronte dei decessi, 35 sono avvenuti in struttura e 18 in ospedale.

In vista anche la riapertura di alcuni reparti tradizionali nei Covid-hospital, come ad esempio l’Otorinolaringoiatria a Vittorio Veneto, anche se l’invito ribadito da Benazzi è quello di andare in ospedale solo per casi urgenti, mentre nelle strutture si procederà con la misurazione della temperatura corporea.

Nel settore professionale, i controlli hanno interessato più di 2.500 aziende per un totale che supera i 45 mila lavoratori dove, secondo quanto specificato dal direttore generale, le imprese “hanno dimostrato una grande sensibilità alla prevenzione”. Ora i controlli coinvolgeranno le imprese che riprenderanno la propria attività.

Calati anche gli ‘assenti’ tra il personale medico-sanitario dell’Ulss2: se lo scorso 9 aprile si contavano 226 persone in isolamento, il dato è calato a 152 alla data odierna, mercoledì 15 aprile.

Tra medici, infermieri e operatori sociosanitari all’ospedale di Treviso sono ancora assenti 66 persone, 20 a Conegliano, 5 a Montebelluna, 19 a Vittorio Veneto. In isolamento risultano essere in tutto 12 medici di medicina generale.

Nel frattempo, procedono a gonfie vele le nuove assunzioni, al momento 216 tra medici, infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio e fisioterapisti.

“Voglio ribadire che l’emergenza non è finita – ha spiegato Benazzi – e voglio ringraziare chi ha donato, esprimendo così la propria vicinanza agli ospedali trevigiani e una certa sensibilità, privandosi di qualcosa per dare agli altri”.

D’ora in poi a chi si trova in stato di isolamento domiciliare, perché presenta sintomi modesti non sfociati in un impegno respiratorio rilevante, i medici di famiglia potranno prescrivere un farmaco reumatoide che sta dimostrando dei risultati soddisfacenti.

Sul fronte delle strutture per disabili e per i centri di igiene mentale, le cooperative e i gestori delle residenze potranno costruire dei progetti alternativi, sempre in sinergia con l’Ulss, ed entro la settimana saranno noti i dati dei tamponi lì effettuati.

Lo screening delle case di riposo e delle strutture proseguirà – ha specificato Benazzi – ed è solo l’inizio, perché il Covid-19 purtroppo non ci abbandonerà per un po’ e bisogna evitare il formarsi di nuove infezioni“.

Ulteriori specificazioni sulle verifiche fatte nelle case di riposo sono state date dall’azienda sanitaria, considerate le polemiche nate sul tema come l’osservazione sollevata da Ivan Bernini, segretario generale della Fp Cgil di Treviso, che ha lamentato un numero troppo esiguo di tamponi effettuati.

A tal proposito, i medici hanno spiegato come siano stati fatti dei test rapidi, i quali forniscono l’esito in un tempo più esiguo, e i tamponi, che al contrario richiedono tra le 10 e 11 ore per i risultati, siano stati fatti in caso di positività dei test stessi. Gli esiti hanno eliminato la necessità, inizialmente preventivata, di organizzare specifiche strutture-Covid per anziani.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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