Cisl, inaugurata la nuova sede intitolata a Giuseppe Corazzin

Nelle province di Treviso e Belluno, un cittadino over 15 su dieci è iscritto alla Cisl territoriale. Nella Marca, la Cisl è presente con almeno un iscritto in 5.727 aziende; nel Bellunese in 1.697 imprese.

Sono alcuni dei dati illustrati oggi giovedì nel corso dell’intensa mattinata inaugurale della nuova sede della Cisl di Treviso, al civico 40 di viale della Repubblica a Villorba.

Il nuovo quartier generale del sindacato riunisce in un’unica unità immobiliare di circa 2.200 metri quadrati calpestabili, disposti su tre piani più un interrato per gli archivi, tutti i servizi del sindacato e le Federazioni di categoria. Sono presenti il Caf e il patronato Inas, l’Ufficio vertenze, lo sportello artigianato, In Principio Assicurazioni, Adiconsum, Sicet, Anolf, l’Ufficio dimissioni e lo Sportello lavoro, oltre a tutti gli uffici amministrativi e istituzionali.

La giornata inaugurale è stata aperta dal taglio del nastro con la benedizione del vescovo della Diocesi di Treviso monsignor Michele Tomasi e la scopertura della targa in ingresso dedicata a Giuseppe Corazzin (1890-1925), sindacalista, giornalista e politico trevigiano a cui la Cisl ha deciso d’intitolare la sede.

Intervista al Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra – Video di Matteo De Noni

“Una figura che merita di essere ricordata per il coraggio, l’integrità, l’onestà e le forme di lotta che attuò per difendere la giustizia, la libertà e la carità – ha detto il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini -. Profondamente antifascista, in prima linea con le prime leghe contadine bianche, fra i fondatori del libero sindacato, politico nell’accezione più nobile del termine, al servizio dei più deboli e del Paese. Dedicargli la sede nel centenario della morte di Giacomo Matteotti è motivo di orgoglio perché ci consente di riaffermare con forza il valore dell’antifascismo e di chi ha dato la vita per la libertà e la democrazia”.

“L’intitolazione della sede a Corazzin non è un esercizio formale, ma la necessità di riavvolgere il nastro della storia, per risalire alle origini dei liberi movimenti sindacali dei nostri territori e rendere omaggio a chi ha costruito ontologicamente il pensiero del libero sindacato, la Cil prima e la Cisl poi, a partire da una esigenza essenziale, ovvero la concretezza dell’azione sindacale per costruire tutele e diritti – ha detto Paglini in apertura del convegno -. Abbiamo collegato il ricordo di Corazzin con il confronto sul ruolo del sindacato di prossimità e il valore dell’intermediazione sociale che non è altro che vera, attuale, imprescindibile, inviolabile necessità di partecipazione alla vita della propria comunità territoriale, lavorativa ed economica”.

“Inaugurare oggi qui a Treviso la nuova sede sindacale della Cisl significa migliorare la capacità di servire le persone e costruire speranza. Non muri ma accoglienza, ascolto, prossimità, socialità, rispetto per la dignità del lavoro. E’ ciò di cui più di tutto abbiamo bisogno. Specie in una fase storica complessa come quella attuale, caratterizzata da profondi cambiamenti che mettono a rischio la tenuta sociale del Paese”.

Lo ha detto oggi a Treviso il segretario generale Luigi Sbarra inaugurando la nuova sede della Cisl. “In questa nuova sede intitolata a Giuseppe Corazzin, figura carismatica, protagonista indiscusso delle lotte agrarie del 1920, si respira la forza del nostro essere Cisl.

Intervista a Massimiliano Paglini – Video di Matteo De Noni

Un sindacato che fa vanto della propria autonomia, pragmatismo, riformismo, responsabilità, che valuta nel merito e negozia crescita e investimenti, diritti e tutele, che non ha altro interesse se non la rappresentanza, il protagonismo della persona che lavora, lo sviluppo della contrattazione sociale, della partecipazione, della sussidiarietà e della solidarietà. Nessuna intelligenza artificiale potrà sostituire uno sguardo e una stretta di mano. La tecnologia va messa al servizio della centralità della persona. Bisogna valorizzare l’impegno di tante donne e uomini che quotidianamente esercitano responsabilità e protagonismo per rispondere in prima persona ai bisogni profondi di famiglie, pensionati, giovani imprigionati in percorsi lavorativi incerti e frammentati, donne che continuano a sopportare un enorme gap dal punto di vista occupazionale, retributivo, delle opportunità di carriera e della conciliazione vita-lavoro. Migranti che ambiscono ad entrare nella socialità e che vedono nel lavoro l’elemento più importante di integrazione e partecipazione”.

(Foto e video: Qdpnews.it riproduzione riservata)
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