Raffaele Baratto (nella foto), onorevole trevigiano di Forza Italia, non molla la presa e dopo aver proposto lo spostamento delle coperture dal reddito di cittadinanza a sgravi fiscali su imprese e lavoratori per 8 miliardi di euro, ha presentato alcune proposte emendative alla finanziaria e al decreto legge sulla semplificazione fiscale.
“Abbiamo voluto fortemente cambiare l’impostazione della manovra – afferma Baratto – questa legge di bilancio è tutta sbilanciata sul reddito di cittadinanza. Noi abbiamo introdotto correttivi a favore delle imprese”.
Tra le misure presentate Baratto ne indica due: la prima, “che metterà oltre 400 milioni di euro a disposizione di piccole e medie imprese” spiega, cambiando l’attuale normativa sulle note di variazione iva. “Oggi le imprese sono costrette ad anticipare l’iva allo stato anche sulle fatture non pagate. Se purtroppo poi chi doveva pagare quelle fatture, fallisce, si apre un calvario per recuperare l’iva versata allo stato che dura in molti casi dieci anni”, aggiunge Baratto.
Il tema è quello dell’emissione delle note di variazione iva con le quali le imprese recuperano l’iva versata su fatture rimaste impagate. Sul punto, la Corte di giustizia europea ha bocciato l’attuale normativa italiana per contrarietà con le disposizione europee.
“Da oltre un anno la Corte di giustizia europea si è pronunciata e nessuno finora ha fatto nulla – spiega Baratto – Per questo abbiamo proposto la modifica dell’attuale disciplina, garantendo così alle imprese giustizia e adeguando la nostra disciplina alla direttiva europea sull’iva. Non possiamo pensare che in questa situazione le imprese continuino a fare da bancomat per lo stato”.
La nuova norma se approvata consentirà l’emissione delle note di variazione alla data di apertura della procedura concorsuale, liberando risorse immediatamente disponibili per le imprese per circa 400 milioni di euro annui.
La seconda norma prevede invece l’abolizione della così detta presenza ispettiva minima: “Oggi – spiega Baratto – ogni anno il 10 percento delle imprese dai 5 ai 100 milioni di fatturato subisce controlli generalizzati da parte dell’autorità finanziaria. Così si disperdono risorse ed efficenza e si costringono le imprese a controlli invasivi che ne bloccano l’attività, anche quando non ci sono irregolarità”.
L’emendamento ha ricevuto l’approvazione in audizione anche della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate.
“Spero che la maggioranza si renda conto che si tratta di emendamenti di buon senso – conclude Baratto – necessari a normalizzare il rapporto con il fisco restituendo alle imprese le risorse per gli investimenti”.
(Fonte: Raffaele Baratto).
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