“Frequency”: visionari del Made in Italy a confronto a Palazzo della Luce. Successo per la 1^edizione della rassegna 

Non poteva che svolgersi a Palazzo della Luce, nel cuore di Treviso, la rassegna “Frequency. Le idee sono luce” terminata giovedì scorso con il terzo e ultimo incontro che ha visto protagonisti il presidente di Somec Oscar MarchettoElisabetta Fogarin, presidente Consorzio Ville Venete e lo chef stellato Graziano Prest.  

“Frequency è stato un viaggio all’insegna dei temi della ‘bellezza’ e del ‘saper fare’ che contraddistinguono il Made in Italy a livello mondiale – commenta Andrea Bettini, narratore d’impresa dello studio d’architettura, design e comunicazione Perissinotto & Bettini Associati di Treviso che ha promosso l’iniziativa in partnership con Patrizio Bof, presidente dell’acceleratore d’impresa Infinite Area di Montebelluna 

“Quello che abbiamo voluto portare a Treviso è un percorso ricco di stimoli, e d’ispirazione che è stato molto partecipato dal pubblico e che ha trovato a Palazzo della Luce, luogo di contaminazione e fucina di idee, il suo spazio ideale” sottolinea Bof. 

Tre le serate che hanno visto il coinvolgimento di dieci relatori, dieci visionari che hanno fatto la differenza nei loro settori di provenienza dal design, a quello del gusto fino all’hospitality (i tre pilastri della rassegna) che hanno offerto spunti, talvolta (sane) provocazioni e riflessioni attorno al tema della “bellezza” e a come questa possa declinarsi nel mondo dell’impresa, del gusto e dell’accoglienza se unita a quel “saper fare” tutto italiano che ha reso il Made in italy un sinonimo di gusto ed eccellenza nel mondo. 

Realizzare un’idea è imprescindibile da un approccio multidisciplinare, ecco che fra i messaggi che gli ideatori di “Frequency” hanno voluto lanciare rientra l’invito a “non ragionare a compartimenti stagni”, come sottolinea bene Gian Luca Perissinotto, architetto e designer dello studio Perissinotto & Bettini Associati. 

“Il nostro studio spazia dall’architettura alla comunicazione, per questo abbiamo voluto che la rassegna affrontasse più materie – commenta – e cosa c’è di meglio dell’arte, della cucina e del design, fra i temi fondamentali di ‘Frequency’. Abbiamo avuto ospiti di importanza nazionale, pensiamo al fondatore di Viabizzuno Mario Nanni, ad Antonella Nonino di Nonino Distillatori,a Luca Boccato di HNH Hospitality, a Oscar Marchetto di Mestieri (la divisione dedicata alla progettazione e creazione di interior personalizzati è il fiore all’occhiello del Gruppo Somec ndr) e a Graziano Prest del Tivoli di Cortina, per citarne alcuni”. 

Modelli di business sostenibili per rendere concrete le idee 

La simbiosi fra bellezza, qualità e un modello di business sostenibile è la chiave del successo per Oscar Marchetto, presidente del Gruppo Somec di San Vendemiano, realtà specializzata nell’ingegnerizzazione, produzione e messa in opera di progetti complessi chiavi in mano nell’ingegneria civile e navale. 

“L’idea abbinata all’impresa per me vuol dire successo: è il punto di partenza di qualsiasi progetto imprenditoriale – afferma – Da un’idea sono partito a 24 anni con Nice, con l’intenzione di portare qualcosa di nuovo nell’ambito dell’home automation, poi nel 2013 siamo partiti con Somec per dare vita a qualcosa che non c’era, a qualcosa di unico. L’idea è fondamentale, determina la storia di un’azienda e di un prodotto, è quella che ti differenzia da tutte le altre. Perciò in questo periodo complesso, avere idee innovative, e una storia forte da raccontare, fa la differenza: le idee e il coraggio di portarle avanti sono ciò che distingue un imprenditore”. 

A nulla serve però un’idea vincente senza un progetto sostenibile dal punto di vista finanziario – prosegue Marchetto – Poi i periodi duri arrivano per tutti, ed è in quei momenti, la pandemia ce l’ha insegnato, che fare rete fra imprese aiuta ad avere le spalle solide, e ad attraversare le crisi”. 

Sostenibilità finanziaria o, al contrario, l’insostenibilità data da un sistema che non sempre è all’altezza di tutelare le eccellenze italiane è il punto sul quale pone l’attenzione Elisabetta Fogarin di Villa Ducale nonché presidente del Consorzio Ville Venete.

“Il Consorzio si fa custode di un patrimonio secolare di circa 4300 ville, icone del territorio Veneto e in parte friulano, allo scopo di tenere vive le radici del nostro passato proiettandosi verso il futuro.  Per questo ci impegniamo a mantenerle vive e a farne dei luoghi dove possano trovare spazio delle attività imprenditoriali come già accade per 500 delle nostre ville”. 

“Far vivere delle strutture che in certi casi hanno alle spalle anche cinque secoli di storia è una sfida, tanto più considerando che questi immobili sono ancora visti come beni di lusso, e non come edifici da preservare dal decadimento – prosegue Fogarin con un diretto riferimento alla tassazione che aggiungendosi a spese di manutenzione altissime grava sui conti di chi s’impegna per consegnarle alle generazioni future -. Con costi di questo tipo recuperare le ville venete rischia di diventare sempre meno appetibile, si va incontro più a costi che a benefici effettivi. Serve un cambio di passo se non vogliamo perdere un patrimonio che ci racconta chi siamo e da dove veniamo, che ci racconta degli imprenditori di secoli fa poiché, non dimentichiamo, le ville venete nascono come aziende agricole, erano luoghi produttivi oltre che vocati allo scambio di idee e alla cultura”. 

La bellezza per lo chef stellato Graziano Prest del Tivoli di Cortina d’Ampezzo sta nella biodiversità e nella tradizione secolare della cucina italiana che si concretizzano in grandi piatti, dove tradizione e innovazione si uniscono con equilibrio. Anche il settore della ristorazione però, sottolinea Prest, oggi deve fare i conti con scenari futuri sempre più incerti dati dalla carenza di personale che affligge il comparto.  

“Il Tivoli ha fatto tanta strada negli anni, portando avanti con costanza l’idea che ci traina ogni giorno: ovvero gratificare gli ospiti che vengono a trovarci da tutto il mondo – commenta – Questo successo non sarebbe possibile senza la mia squadra impegnata con l’obiettivo comune di valorizzare al meglio quando di buono offre il nostro territorio. La varietà di prodotti della nostra regione è incredibile e sta a noi farne tesoro per presentarci al meglio in vista delle Olimpiadi 2026“. 

“I Giochi Olimpici – prosegue Prest – saranno un’occasione irripetibile per presentare al mondo la ricchezza del Made in Italy, che passa per l’artigianalità, per il nostro patrimonio enogastronomico unico. Se vogliamo tutelarlo dobbiamo attirare i giovani nella ristorazione, fargli capire quante opportunità di crescita e di acquisire nuove competenze offriamo loro”. 

(Foto: Studio Perissinotto & Bettini Associati).
(Video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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