L’accademia dei Georgofili promuove le colline del prosecco. Polegato: “Si può analizzare e migliorare qualunque cosa”

L’Accademia dei Georgofili (storica istituzione fiorentina che da oltre 250 anni promuove gli studi di agronomia, selvicoltura, economia e geografia agraria) promuove le colline del Prosecco, del resto promosse già a livello internazionale dall’Unesco con la dichiarazione di patrimonio dell’umanità.

Donatello Sandroni ha firmato l’articolo intitolatoProsecco, viticoltura e salute: accuse infondate. I dati sanitari della provincia trevigiana mostrano un quadro eccellente, soprattutto nei 15 comuni del Prosecco Docg, i più battagliati sul fronte ‘pesticidi’”.

Una notizia più che positiva che sa da buon senso – risponde Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – Per noi la guardia deve rimanere alta, ma abbiamo estrema consapevolezza che i nostri imprenditori negli ultimi vent’anni hanno scelto la sostenibilità e un approccio ambientale alla coltivazione e alla produzione. Non farlo sarebbe stato stupido perché noi viviamo nell’area dove coltiviamo la vite, ma anche perché la sostenibilità è un motivo sostanziale per farsi scegliere ed amare dai consumatori”.

Georgofili spiega come “La nostra è una delle aree geografiche con le più alte aspettative di vita al mondo e mostra statistiche sanitarie al top per una molteplicità di patologie. Eppure la provincia di Treviso, patria del Prosecco, è una delle più battagliate del Belpaese a causa degli agrofarmaci utilizzati in viticoltura”.

Se da un lato il successo delle bollicine trevigiane ha portato crescita economica e reputazionale, dall’altro ha infatti inasprito le tensioni fra cittadinanza e viticoltori, accusati questi ultimi di avvelenare il territorio. Sono così fioriti comitati no-pesticidi, come pure si sono moltiplicate conferenze di associazioni che nell’allarmismo trovano da tempo la propria unica ragione di esistere” continua.

Non stupisce quindi che sia cresciuta fra i cittadini la sensazione di vivere in una “camera a gas”, infelice espressione spesso abusata da chi veda negli atomizzatori una metafora delle famigerate docce naziste. Talvolta però il percepito dista molto dal reale, almeno stando ai dati sanitari pubblicati sul sito della Ulss2 Marca Trevigiana. Una comunicazione alquanto solida che pare purtroppo aver fatto scarsa breccia a livello popolare, poiché quando governa la paura a poco serve la ragione”.

“A dispetto del rischio percepito, infatti, le locali aspettative di vita sono raddoppiate in un solo secolo, con i maschi trevigiani che sfiorano ormai gli 82 anni e le femmine che hanno superato gli 86. Fosse uno Stato, la provincia di Treviso si collocherebbe fra i più longevi al mondo. Un altro tema trattato, oltre alla disamina sulle malattie, è quello dell’eccessiva vicinanza tra alcune abitazioni e certi vigneti: “…tema caldo su cui adoperarsi a livello politico e gestionale. Magari cercando anche di capire, però, quante di tali vicinanze siano dovute a nuovi vigneti posti al confine delle case e quante a nuove case costruite a ridosso delle vigne. Un dettaglio, questo, tutt’altro che trascurabile, visto che il Trevigiano è fra le prime province italiane per consumo dei suoli e cementificazione del territorio. Aspetti, questi, oscurati proprio dalle polemiche alimentate ad arte sui vigneti”.

(Fonte: Coldiretti Treviso).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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